«Se Dio oggi dovesse darti un voto ti darebbe il massimo. Per la tua generosità, per la tua sensibilità e per la tenerezza che mettevi quando lavoravi con i “ragazzi speciali”. Non a caso uno dei tuoi ultimi gesti d’amore è stato quello di pagare il biglietto ad un immigrato che non volevano far salire sul traghetto».

Poche ma sentite parole quelle di padre Dario Mostaccio che oggi pomeriggio ha celebrato in una chiesa del Sacro Cuore gremita i funerali del giovane musicista Claudio Paci, morto tragicamente in un incidente stradale giovedì scorso. Faceva pare del gruppo musicale La Tresca e gestiva un laboratorio di musicoterapia.

Sull’altare, accanto al feretro, uno degli strumenti musicali che davano ritmo alla sua musica. In uno schermo posizionato sull’altare scorrevano immagini e video che in questi giorni hanno invaso giornali e social.

«Vi chiedo scusa – ha continuato padre Dario visibilmente commosso (ha celebrato il suo matrimonio) – se per questa volta ho affidato le mie parole ad un pezzo di carta ma la mia commozione è grandissima. Quando ho conosciuto Claudio, in apparenza, ho subito pensato che non fosse propenso ad un rapporto amicale con un sacerdote. Ho scoperto solo dopo un ragazzo eccezionale ed estremamente timido». Le parole di padre Dario scorrevano tra i singhiozzi dei presenti (in prima fila i genitori, Enzo e Rosaria, la sorella Valentina e la moglie Federica con indosso una maglietta celeste, sposata lo scorso settembre). 

Al termine della cerimonia a ricordare Claudio è stato l’amico fraterno Nicola e il suo storico gruppo di amici. «Tutti insieme – hanno detto – eravamo un mosaico: adesso ci mancherà un tassello».

Ancora più commoventi le parole della sorella Valentina che ha affidato il ricordo del fratello al rapporto che lui aveva con i nipotini.

La cerimonia si è conclusa con la proiezione di un video girato in Marina Garibaldi in cui suona uno dei suoi strumenti a percussione. «E adesso rullino i tamburi. Per sempre», ha commentato un amico.