MEDIA LUIGI RIZZO. Istituto Comprensivo Seccondo. Negli ultimi anni, migliaia di persone hanno lasciato i loro paesi d’origine alla ricerca di un po’ di quella normalità che dai cittadini dei paesi occidentali è data per scontata ma che, a questa gente, nel loro paese è negata. I motivi che li spingono a lasciare le loro terre, le loro tradizioni e le loro famiglie, alla disperata ricerca di un po’ di umanità negli occhi e nelle braccia di chi li accoglie, sono tanti: guerre, carestie, povertà, disperazione. L’Italia, per la sua posizione geografica, è da tempo il principale porto di arrivo per le rotte dei migranti nel Mediterraneo, ma il dato sugli sbarchi non rappresenta che una parte di chi emigra. Migliaia di migranti non raggiungono, infatti, la meta perché bloccate prima dei porti di Libia e Tunisia o perché vittime di naufragi. La diminuzione degli arrivi e delle tragedie nel Mediterraneo sono anche il risultato di un drastico cambiamento nella gestione dell’emergenza immigrazione da parte del governo italiano, a partire dal codice per le Ong. Sulla “questione migranti” oggi ognuno esprime liberamente la propria opinione ma, spesso, senza esserne realmente informato.

Se da una parte c’è chi vuole aiutarli ad ogni costo, perché sono esseri umani con gli stessi diritti dei popoli occidentali, indipendentemente dai motivi per i quali sono arrivati in Italia, dall’altra c’è chi vuole vengano rimpatriati o respinti, anche con la forza, senza neppure voler sapere i motivi per i quali sono partiti dal loro paese.

Ho intervistato il tenente Carmelo Di Franco, Comandante della Sezione Operativa Navale della Guardia di Finanza di Milazzo, per avere qualche informazione in più.

Lei comanda la Sezione Operativa Navale della Guardia di Finanza di Milazzo. In che cosa consiste il lavoro della Guardia di Finanza di mare?

Il principale compito svolto dalla Componente Navale della Guardia di Finanza consiste nella salvaguardia degli interessi economico-finanziari e nella sicurezza delle frontiere sia del nostro Paese che di tutta l’Unione Europea. Quotidianamente, sovente anche nelle ore notturne, i mezzi navali del Corpo della Guardia di Finanza svolgono un’azione di vigilanza e controllo in mare, pattugliando le coste ed eseguendo controlli sulle imbarcazioni, sia commerciali che diportistiche, che navigano e si accingono ad entrare nelle acque territoriali nazionali. Dal 2017, una legge nazionale ha individuato il Corpo della Guardia di Finanza quale unico organo di Polizia in mare, assegnandogli anche i compiti di ordine e sicurezza pubblica in mare. Oltre ai predetti compiti Istituzionali, quotidianamente svolti dal Servizio Navale del Corpo, le unità navali della Guardia di Finanza concorrono nelle attività demandate prioritariamente alla Capitaneria di Porto, come ad esempio, i soccorsi ad imbarcazioni in difficoltà o ai naufraghi.

Il controllo dell’immigrazione è quindi uno dei compiti della Guardia di Finanza. Come si svolge questa attività di controllo?

La vigilanza delle frontiere comunitarie in mare viene svolta dal Comparto Aeronavale della Guardia di Finanza. Il Corpo ha dislocato su tutto il territorio nazionale vari comandi (uno di questi è proprio a Milazzo), che con unità navali, come detto in precedenza, giorno e notte pattugliano le coste sottoponendo a controllo di Polizia tutti i mezzi considerati sospetti.

Dove sono impiegate le unità navali della Guardia di Finanza per il controllo dell’immigrazione?

L’esperienza maturata nel corso di oltre un decennio ci ha consentito di non escludere nessuna zona del territorio nazionale. Un esempio fra tutti sono gli sbarchi di migranti che sono avvenuti alle isole Eolie nell’estate del 2017. Naturalmente, alcune zone come la Puglia, le coste ioniche della Calabria ed il versante meridionale della Sicilia, sono maggiormente interessate da questo fenomeno e pertanto il dispositivo aeronavale del Corpo è prioritariamente impiegato in tale direzione.

In che cosa consiste il vostro intervento quando in mare trovate una barca di migranti?

Immediatamente si studia la situazione per accertarsi in che condizioni di salute si trovano le persone a bordo. Se nessuno è in pericolo di vita o non necessita di assistenza, si procede a scortare i migranti in un porto sicuro che viene indicato dal Governo. Parallelamente vengono svolte tutte le operazioni di Polizia finalizzate ad individuare ed eventualmente arrestare i cosiddetti “scafisti” ovvero quei criminali che si arricchiscono approfittando della disperazione di chi emigra per fuggire da una guerra o semplicemente per cercare un futuro migliore.

In che cosa consiste il primo soccorso che date ai migranti?

Ogni situazione è un caso a sé stante. In ogni caso si cerca di prendersi cura di tutti, anche degli eventuali scafisti, distribuendo coperte, acqua, cibo e cercando di sopperire alle necessità delle persone soccorse.

In che condizioni vengono trovate queste persone?

Certamente troviamo delle persone intimorite dal contesto in cui si trovano, qualcuno è impaurito ed in qualche caso si assiste a scene di panico. Sono persone spesso molto provate nel fisico e nello spirito, anche solo in conseguenza del tempo trascorso in mare che può variare da ore a svariati giorni. Qualcuno ha subito violenza, a volte anche durante la traversata, altri soffrono semplicemente il mal di mare.

Tra queste persone, ce ne possono essere alcune pericolose?

Dato l’elevato numero di individui, c’è la probabilità che tra loro ci siano soggetti pericolosi. Il personale della Guardia di Finanza di mare è dotato sia di preparazione professionale che di strumenti (esempio metaldetector), per scoprire, fin dall’inizio, se fra i migranti si nascondono soggetti armati. L’identificazione, che viene effettuata a tutti i migranti, ha quale finalità anche quello di scoprire eventuali criminali che non potendo fare ingresso nel territorio comunitario normalmente (perché verrebbero identificati nei porti o aeroporti di arrivo), utilizzano le vie dell’immigrazione clandestina.

Su questi barconi ci sono anche donne e bambini?

Sì, molto spesso. Tra loro a volte ci sono anche dei minori che non sono accompagnati da nessuno e che affrontano il viaggio senza la compagnia di un loro parente. Per i minorenni non accompagnati le procedure sono diverse perché bisognosi di maggior tutela.

Chi sono coloro che vengono soccorsi per primi?

Certamente eventuali feriti o soggetti bisognosi di cure, donne e bambini

In qualche occasione, è capitato che un equipaggio della Guardia di Finanza abbia dovuto fronteggiare qualche situazione particolare ed imprevedibile?

Tra le migliaia di interventi compiuti dai mezzi navali ce ne sono certamente. Persone che cadono in acqua durante il soccorso, situazioni in cui il mare agitato mette in pericolo la vita dei finanzieri e dei migranti sono alcuni dei casi in cui ci si può imbattere. L’addestramento e l’esperienza degli equipaggi, fanno si che queste circostanze vengano affrontate al meglio, affinché le operazioni vadano a buon fine. È anche capitato un caso di una donna che stava per partorire. La distanza dalla costa ed il mare agitato non consentivano di condurla in tempo in ospedale. Fortunatamente in zona transitava una nave da crociera che ha messo a disposizione il personale medico presente a bordo che ha dato ausilio al Guardacoste della Guardia di Finanza facendo nascere uno splendido bimbo.

Da quali paesi provengono queste persone e perché scappano dalle loro nazioni?

Molti provengono da quella che viene chiamata l’Africa subsahariana e dal Corno d’Africa, zone in cui lo sfruttamento delle ricche risorse non sempre favorisce le popolazioni locali o luoghi resi invivibili da guerre civili. In alcuni periodi storici, secondo le etnie, i migranti giungevano da zone caratterizzate da atroci conflitti, come ad esempio la Siria o la Libia.

Le nostre leggi impongono il rimpatrio dei migranti, ma secondo Lei è la soluzione migliore rimandarli nei paesi dai quali sono scappati?

Il rimpatrio è previsto solo per alcune categorie di migranti. Lo Stato, secondo i previsti trattati internazionali, tutela chi ha avuto riconosciuto lo status di rifugiato, cioè sia identificato come un soggetto perseguitato nella propria patria per le sue idee o per i suoi orientamenti oppure per chi scappa da zone di guerra.

 Oggi tutti parlano dei migranti e si dividono tra chi vuole aiutarli e chi è contrario per vari motivi. Secondo Lei qual è la linea da seguire?

L’umanità si è evoluta anche grazie al supporto che gli uomini si sono dati tra loro ed allo scambio culturale. È però necessario aiutare chiunque si trovi in difficoltà, avendo cura di attuare le giuste modalità con cui farlo.

Le leggi sono fatte per essere rispettate, ma è giusto che la legge prevalga sempre anche sul buon senso e sull’umanità?

Le leggi sono scritte seguendo il buon senso che è la base per la loro scrittura. Ciò non toglie che al variare delle condizioni sociali le leggi possano, anzi devono, cambiare ed adeguarsi ai tempi o ai vari momenti storici. In paesi civili non è mai successo che una legge vada contro l’umanità.

ERIKA DI DOMENICO I D