Sei anni di reclusione. E’ questa la condanna esemplare che il pubblico ministero Matteo De Micheli ha chiesto ieri al Tribunale di Barcellona per l’ex segretario dell’Ipab “Nicolaci Bonomo”, Mariano Cangemi, 63 anni di Barcellona, attuale funzionario del comune di Milazzo, imputato del reato di peculato per la sua attività di “segretario” e “tesoriere” dell’Opera pia di Barcellona. A scriverlo è l’edizione di oggi della Gazzetta del Sud.

Per la Procura l’ex segretario dell’ente morale, in carica per quasi 20 anni – si legge in un articolo di Leonardo Orlando – impropriamente avrebbe svolto anche le funzioni di tesoriere gestendo un conto corrente postale a Milazzo in maniera ritenuta irregolare, tanto che nel 2015 il gip Salvatore Pugliese ha disposto il sequestro per equivalente fino alla concorrenza di somme per 138 mila euro, tra saldi di conti correnti e beni mobili registrati, al pari dell’importo mancante la cui spesa non sarebbe stata adeguatamente giustificata dalla documentazione contabile reperita dalla Guardia di finnaza. Il sequestro di denaro depositato sui conti personali di Cangemi e di un edificio di sua proprietà ubicato a Milazzo ancora permangono in attesa della sentenza. Lo stesso giudice all’epoca dei fatti aveva rigettato la richiesta da partre della Procura di una ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari,concedendo invece soltanto il sequestro per equivalente. Anche il Tdr aveva rigettato il ricorso della Procura, lascinado libero l’imputato.

Durante le indagni – continua la Gazzetta del Sud – sarebbe stato accertato che il Cangemi, avendo per ragioni del suo ufficio la disponibilità delle somme di denaro sul conto dell’ente, “attraverso numerosi prelevamenti in contante, emissione di assegni e disposizioni di bonifico a suo favore, aveva fatto transitare nella sua disponibilità, appropriandosene, somme pari a 138.975,85 euro”. Dalle indagini sarebbe anche emerso che l’indagato avrebbe operato sul conto dell’Ipab anche quando aveva cessato le funzioni di segretario, tanto che per questo è stato disposto il “sequestro preventivo per equivalente finalizzato alla confisca del profitto ingiustamente conseguito dall’indagato”.

Tuttavia la sentenza attesa per ieri non è stata emessa perché i giudici del Tribunale di Barcellona, presidente Antonino Orifici, componenti Francesco Alligo e Daniele Buzzanca, dopo una camera di cosniglio seguita agli interventi della difesa dell’imputato, rappresentata dagli avv. Sebastiano Campanella e Tommaso Calderone, hanno emesso una ordinanza con la quale si dispone una perizia sugli atti contabili relativi alla gestione del conto corrente postale dell’Ipab “Nicolaci Bonomo”. Gli stessi giudici – conclude il quotidiano dello Stretto – hanno nominato come perito il commercialista Domenico Nardi al quale nell’udineza del prossimo 13 dicembre sarà conferito l’incarico con i quesiti ai quali lo stesso consulente dovrà dare risposte.