Ieri sera in consiglio comunale qualcuno parlava di “missione compiuta”. Ma c’è poco da essere felici se per approvare un bilancio vecchio di quattro anni, mero passaggio obbligato per approvare i successivi, ci si impiega cinque mesi e, per di più, con la minaccia di decadenza da parte del commissario regionale che sarebbe diventata operativa dopo 36 ore.

Ieri sera al’unanimità dei presenti (23 voti) è stato approvato il conto consuntivo 2014. Senza toccare una virgola rispetto alla versione originaria. Ne rimangono altri sei affinchè il comune di Milazzo possa cominciare, a tre anni dall’insediamento, ad avere strumenti e dotazione economica per poter governare una città allo sbando. E, cosa altrettanto importante, salvare il posto a circa 160 precari che dal 1 gennaio, se non verrà approvato il bilancio preventivo 2018 se ne andranno a casa.

Il sindaco Giovanni Formica ha esortato i consiglieri a riunirsi anche ogni giorno, tra sedute e commissioni, affinchè si raggiunga l’obiettivo entro il 31 dicembre. Lapidaria la risposta del sindaco a chi contestava che anche la sua amministrazione ha impiegato cinque mesi per redigere il bilancio in questione e trasferire il bilancio in aula (“pari e patta”, intendevono dire): «E’ come se si volesse far credere che scrivere “I Promessi Sposi” e leggerli sia la stessa cosa e ci si impieghi lo stesso sforzo».

Un’approvazione quella di ieri sera che però ha dato l’ennesimo scossone alla coalizione del primo cittadino ridotta a 12 elementi. Nessuno ha gradito due sere fa la presentazione di un emendamento pochi minuti prima dell’approvazione da parte del consigliere (ed assessore) Damiano Maisano di comune accordo con lo stesso Formica. La distensione (almeno apparente) è giunta ieri durante una riunione chiarificatrice.