Villa Vaccarino (FOTO OGGI MILAZZO)Milazzo, il falso problema della “privatizzazione” di Villa Vaccarino 10 Giugno 2018 Il Commento 8 Commenti IL COMMENTO. L’adozione del verde di Villa Vaccarino fa “svegliare” le associazioni locali che si ricordano del bene architettonico abbandonato da anni. Tra queste Italia Nostra Milazzo che – in una nota – da un lato ritiene “troppo estensiva” l’applicazione del ”Regolamento comunale per l’adozione di aree pubbliche e arredi urbani” del 2014 («ponendo così un bene storico e culturale assai caro alla cittadinanza sullo stesso piano di uno slargo o una rotatoria») dall’altro non spiega in che modo si sarebbe dovuto gestire la questione e con quali ulteriori benefici ulteriori per il Comune che a costo zero avrà un bene manutenzionato, mantenendone il controllo. Ad onor del vero l’associazione guidata da Gugliemo Maneri il 21 giugno 2017 fece aprire al pubblico i cancelli dell villino liberty che per decenni ha ospitato gli uffici giudiziari distaccati del Tribunale di Barcellona in occasione dell’iniziativa “Per la riapertura dei cancelli di Villa Vaccarino”. Da quel momento in poi, però, nessun gesto concreto in quella direzione è stato compiuto dall’associazione. Avrebbe potuto dare la disponibilità ad adottare i giardini o a tenere aperti i cancelli qualche ora al giorno, grazie ai volontari di Italia Nostra, per far visitare le suggestive aree esterne: l’opera dello storico Massimo Tricamo e della Società Milazzese di Storia patria ne sono l’esempio più fulgido per quanto riguarda altre strutture. Ora che l’area è stata adottata da un privato, lo “Studio legale Vincenzo Isgrò“, Italia Nostra comincia a mettere paletti temendo una “strisciante privatizzazione” nonostante la presenza di un protocollo che già chiarisce tutti questi aspetti (LEGGI QUI). «Non abbiamo pregiudizi riguardo all’intervento di privati che per generoso mecenatismo si impegnino a garantire la pulizia e la manutenzione dei Giardini – precisa il sodalizio – ben venga se serve a sopperire alle difficoltà del Comune nella cura del patrimonio culturale e del verde pubblico. Ma è indispensabile che resti all’Ente Pubblico la concreta gestione del bene e non si vada, in questo come in altri casi, in direzione di una strisciante privatizzazione di luoghi e beni comuni, come accaduto nel caso della Ngonia del Tono, di tratti dell’area pedonale di via Medici o del litorale di Ponente», assicura l’associazione che si riferisce, comunque, alla legittima concessione di suolo pubblico a delle attività di ristorazione in una città che vorrebbe essere a vocazione turistica. Poi, nella speranza «che al più presto si avvii l’iter per il recupero dell’intero immobile oggi inagibile nella prospettiva della sua utilizzazione come pubblica struttura culturale e/o del turismo» auspica: che l’accesso sia gratuito e aperto per l’intera giornata a chiunque voglia trascorrere del tempo in una delle poche oasi verdi del centro cittadino; che si vigili affinché venga esclusa drasticamente ogni attività di lucro anche se finalizzata a reperire i mezzi economici per le attività di manutenzione; che venga garantito il rispetto della natura e l’eccezionale valenza di ”orto botanico” dei Giardini evitando interventi arbitrari e dannosi per le rare specie arboree di pregio lì raccolte; che l’uso dei Giardini per attività culturali programmate dalle Associazioni cittadine (convegni, conferenze, mostre, concerti, ecc…) si svolga gratuitamente e che la concessione e il calendario di queste attività sia di esclusivo appannaggio del Comune. Tutte cose condivisibili e, infatti, già normate. Il punto è un altro: è lampante che il Comune non è in grado di garantire la normale manutenzione di queste aree, dunque in qualche modo bisogna affrontare i problemi in maniera pragmatica anche con il rischio di concedere qualcosa ai privati. Piuttosto: c’è qualcuno disposto ad adottare il verde di Villa Nastasi? Gianfranco Cusumano Condividi questo articolo Facebook Twitter Email Print Whatsapp Linkedin Visite: 8.076 CONTINUA A LEGGERE SU OGGIMILAZZO.IT