Raffineria nesci i soddi“. Un messaggio chiaro e inequivocabile quello apparso stanotte per le strade di Milazzo e della valle del Mela ad opera di ignoti ambientalisti i quali hanno piazzato degli striscioni in alcuni punti strategici della città del capo: da Piazza San Papino alla Marina Garibaldi. L’attenzione è tutta sull’iter ministeriale che porterà al rilascio dell’Aia (Autorizzazione integrata ambientale) alla Raffineria di Milazzo. Un iter travagliato che vede la Ram sul piede di guerra visto che sono state accolte e inserite delle prescrizioni presentate dal sindaco di Milazzo e dal commissario straordinario di San Filippo del Mela che prevedono il 50% delle attuali emisssioni inquinanti (già al di sotto dei limiti di legge) in quanto nel territorio ci sarebbe in corso una vera emergenza sanitaria certificati da alcuni studi. Secondo la Ram il rispetto del limite potrebbe essere rispettato solo chiudendo parte degli impianti e ridimensionare il ciclo di produzione. Presa di posizione che secondo gli ambientalisti del comitato “No Css Inceneritore” si basa su una serie di “bufale”.

«Le tecnologie per tagliare nettamente le emissioni non esistono. Niente di più falso. Periodicamente l’Unione Europea compila una lista delle migliori tecnologie presenti sul mercato. Le aziende inquinanti devono semplicemente uniformarsi» scrive il comitato. Ironia della sorte, la presa di posizione del comitato è identica a quella della Raffineria la quale chiede di uniformarsi esclusivamente alle Bat, la lista delle migliori tecnologie presenti sul mercato. La differenza è che secondo l’azienda petrolifera attualmente non esistono Bat che abbattono le emissioni ma senza poter raggiungere la quota del 50%.

Due – a giudizio del comitato No Css  –  le altre “bufale” diffuse dalla stampa ma che non risultano, ad onor del vero, in nessun comunicato ufficiale della Ram: quella che investire in ambientalizzazione metterebbe a rischio i lavoratori («ma anzi aumenterebbero i posti di lavoro, senza contare il fatto che i lavoratori potrebbero finalmente operare in un ambiente più salubre e meno pericoloso dell’attuale») e quella relative insostenibilitàdei costi per i lavori necessari ad adeguare le emissioni «l’azienda guadagna circa mezzo miliardo netto l’anno. Se c’è una cosa che il taglio delle emissioni intaccherebbe, quella di certo è l’avidità di amministratori e proprietà», concludono.

In realtà, l’ultimo dato non è veritiero. La Ram, essendo una società di scopo tra Eni e Kuwait, non ha utili di bilancio ed esce sempre a pareggio.

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Semu_pessi
Semu_pessi
6 anni fa

Ecco il laureato all’università della vita per eccellenza…

Utente
Utente
6 anni fa

Addirittura la Ram guadagna mezzo miliardo l’anno? Ma dove li vedono questi numeri? Ormai ci si inventa di tutto pur di parlare male! Prima di sparare fesserie almeno prendete il bilancio in mano sono pubblici!!

massimo
massimo
6 anni fa
Reply to  Utente

I bilanci pubblici sono quelli italiani. E li sono fatti ad uso e consumo pubblico. Ma quelli delle consociate straniere? Andremo a chiderli alla Camera di Commercio di Kuwait City?

Vittorio
Vittorio
6 anni fa

PER IL DANNO CHE FA LA RAFFINERIA DOVREBBE RICOPRIRE D’ORO LA CITTA’ DI MILAZZO E NEANCHE BASTEREBBE

gioacchino
gioacchino
6 anni fa
Reply to  Vittorio

Credo che l’amministrazione comunale dovrebbe chiedere ogni anno un “quid” a favore della città di milazzo, presentare un progetto da realizzare a costi RAM.Per esempio, visto che siamo incapaci di gestire il depuratore con costi enormi per la collettività, perché non chiediamo di portare le fogne dal porto (dove ci sono le pompe di sollevamento) verso i depuratori della raffineria ?

Davide
Davide
6 anni fa

Scusate: “…la sua storia e il suo paesaggio…” di cui parlavo poc’anzi, era riferito alla cittadina di Milazzo. (Ne approfitto per dire alla redazione che 400 caratteri sono fin troppo limitanti per poter esprimere, a volte, un concetto chiaro e preciso. Non tutti hanno il dono della sintesi, pur consapevole che non servano commenti prolissi, da poema omerico). Pertanto: espandeteli!

Davide
Davide
6 anni fa

Non comprendo l’apologia che talune persone attuano nei confronti della raffineria. Giustificata, forse, per coloro che ne traggono profitto, un certo vantaggio, ma per altri? Sembra un “feticcio”, venerato e rispettato oltremodo, più di quanto vengano considerati la sua storia e il suo paesaggio, ahimè, deturpati e per nulla valorizzati. Purtroppo tali persone conoscono solo il senso dell’orrido!