Uno striscione "anti raffineria" (FOTO ARCHIVIO OGGI MILAZZO)“Raffineria nesci i soddi”, ambientalisti tappezzano Milazzo con slogan antinquinamento 22 Marzo 2018 Ambiente 14 Commenti “Raffineria nesci i soddi“. Un messaggio chiaro e inequivocabile quello apparso stanotte per le strade di Milazzo e della valle del Mela ad opera di ignoti ambientalisti i quali hanno piazzato degli striscioni in alcuni punti strategici della città del capo: da Piazza San Papino alla Marina Garibaldi. L’attenzione è tutta sull’iter ministeriale che porterà al rilascio dell’Aia (Autorizzazione integrata ambientale) alla Raffineria di Milazzo. Un iter travagliato che vede la Ram sul piede di guerra visto che sono state accolte e inserite delle prescrizioni presentate dal sindaco di Milazzo e dal commissario straordinario di San Filippo del Mela che prevedono il 50% delle attuali emisssioni inquinanti (già al di sotto dei limiti di legge) in quanto nel territorio ci sarebbe in corso una vera emergenza sanitaria certificati da alcuni studi. Secondo la Ram il rispetto del limite potrebbe essere rispettato solo chiudendo parte degli impianti e ridimensionare il ciclo di produzione. Presa di posizione che secondo gli ambientalisti del comitato “No Css Inceneritore” si basa su una serie di “bufale”. «Le tecnologie per tagliare nettamente le emissioni non esistono. Niente di più falso. Periodicamente l’Unione Europea compila una lista delle migliori tecnologie presenti sul mercato. Le aziende inquinanti devono semplicemente uniformarsi» scrive il comitato. Ironia della sorte, la presa di posizione del comitato è identica a quella della Raffineria la quale chiede di uniformarsi esclusivamente alle Bat, la lista delle migliori tecnologie presenti sul mercato. La differenza è che secondo l’azienda petrolifera attualmente non esistono Bat che abbattono le emissioni ma senza poter raggiungere la quota del 50%. Due – a giudizio del comitato No Css – le altre “bufale” diffuse dalla stampa ma che non risultano, ad onor del vero, in nessun comunicato ufficiale della Ram: quella che investire in ambientalizzazione metterebbe a rischio i lavoratori («ma anzi aumenterebbero i posti di lavoro, senza contare il fatto che i lavoratori potrebbero finalmente operare in un ambiente più salubre e meno pericoloso dell’attuale») e quella relative insostenibilitàdei costi per i lavori necessari ad adeguare le emissioni «l’azienda guadagna circa mezzo miliardo netto l’anno. Se c’è una cosa che il taglio delle emissioni intaccherebbe, quella di certo è l’avidità di amministratori e proprietà», concludono. In realtà, l’ultimo dato non è veritiero. La Ram, essendo una società di scopo tra Eni e Kuwait, non ha utili di bilancio ed esce sempre a pareggio. Condividi questo articolo Facebook Twitter Email Print Whatsapp Linkedin Visite: 9.991 CONTINUA A LEGGERE SU OGGIMILAZZO.IT