«L’applicazione dei limiti di emissione e delle prescrizioni di cui alle note del Sindaco del Comune di Milazzo e del Commissario Straordinario del Comune di San Filippo del Mela potrebbe derivare anche la chiusura della raffineria, con ripercussioni sul livello di sicurezza e continuità degli approvvigionamenti petroliferi nazionali». A scriverlo è una nota del Ministero dello Sviluppo Economico a firma del dirigente Guido Napoli. Il Ministero l’ha inviata lo scorso 9 marzo alla Commisisone per Aia-Ippc del dicastero dell’Ambiente che sta seguendo l’iter del riesame dell’autorizzazione integrata ambientale, documento indispensabile affinchè gli impianti possano continuare a lavorare.

Il sindaco di Milazzo Giovanni Formica e il commissario straordinario di San Filippo del Mela, Alfredo Biancuzzo, sollevando una emergenza sanitaria sul territorio, sono riusciti a far inserire tra le prescrizioni l’abbattimento del 50% delle emissioni consentite dall’attuale normativa. Prescrizione che se venisse mantenuta, non essendoci tecnologie attualmente disponibili (le cosiddette Bat), costringerebbe la Ram (almeno così hanno sostenuto a Roma i vertici dell’azienda) a dovere chiudere interi impianti per rispettare i limiti. Mettendo a repentaglio la stessa sussistenza economica della struttura petrolifera oltre a creare una questione occupazionale.

Ed ecco il solito dilemma: difesa della salute o posti di lavoro?

Se ne saprà di più mercoledì 28 marzo quando a Roma si terrà la conferenza di servizi definitiva. La soluzione è in cantiere. Da settimane ci sono segnali di disgelo tra le amministrazioni locali e la Ram. Oggi pomeriggio è prevista l’ennesima riunione al comune di Milazzo. Visto che la raffineria contesta la validità degli studi su cui si basa la “presunta” emergenza sanitaria l’accordo – ancora da definire –  prevede il finanziamento da parte del’azienda di uno studio epidemiologico su tutto il comprensorio con una valenza scientifica che faccia un punto preciso e attuale della situazione sanitaria. L’accordo, se verrà raggiunto, prevede il mantenimento delle prescrizioni già inserite che scatteranno o meno dopo il risultato dello studio epidemiologico che dovrebbe basarsi su di un monitoraggio di un periodo lungo 2 – 3 anni.

Il Ministero dello Sviluppo Economico che, evidentemente, guarda con occhio benevolo l’attività della Ram, joint venture paritaria tra Eni e Kuwait, conferma ciò che aveva già scritto nel dicembre scorso ribadendo ancora «l’importanza di salvaguardare l’industria della raffinazione italiana, consentendo al mercato di disporre di prodotti ad alta compatibilità ambientale realizzati seguendo i più alti standard qualitativi».

La raffineria di Milazzo produce attualmente circa il 15% del gasolio ed il 24% della benzina consumati in Italia ed occupa circa 600 unità generando un indotto di oltre 1000 unità che può salire a 2000 unità nel caso di grandi fermate.

La settimana scorsa la Capitaneria di Porto, guidata dal comandante Fabio Rottino, ha riunito l’unità di crisi a causa di perdite di prodotto petrolifero dai terreni della Raffineria, che si sono riversate nel mare antistante i comuni di Milazzo e San Filippo del Mela. Alcune chiazze di idrocarburi erano state individuate nei giorni scorsi e le immagini erano finite sui social.

 

Subscribe
Notificami
guest
17 Commenti
Newest
Oldest Most Voted
Inline Feedbacks
View all comments
peppe
peppe
6 anni fa

Polemiche inutili che parlano del passato.Nel giro di pochissimi anni gli idrocarburi fossili saranno come le vecchie lampadine. Scomparsi. Il futuro è altro.Il comune che chiede agli altri di abbassare i limiti di emissione e se ne frega di quelle procurate dalle sue scelte. Devi eliminare il traffico dal centro urbano che in marina Garibaldi e in tutto il centro non si respira.Svegliati mister semplicità.

diffidente e pragmatico
diffidente e pragmatico
6 anni fa

A proposito di inquinamento:mia madre ha vissuto in un posto dove non esiste inquinamento da petrolchimica,nè altre industrie pesanti,è sempre stata prevalentemente vegetariana e da sempre ha preferito stare alla larga dai medici.Ebbene,come mai è morta a tarda età di cancro e di uno di quelli che avrebbero un nesso di causalità con l’inquinamento?Forse sarà che siano tutte emerite minchiate?

massimo
massimo
6 anni fa

Non ho mai conosciuto qualcuno che volesse fare ironia,sarcasmo e darsi alla volgarita’ sulla pelle della propria madre. Da come si presenta un soggetto del genere non dovrebbe avere buone considerazioni. La finisca.

genesi
6 anni fa

questo non è sviluppo …questo è rimanere inchiodati al passato, quando ancora la corsa verso l’oro nero era vista come meta primaria e il carbone nella rivoluzione industriale come progresso…siamo più pragmatici e coerenti che tutto questo ormai è superato, ed il futuro è nell’energia pulita…questo è sviluppo…!!!

franco
franco
6 anni fa

tanto che cinni futti a iddi,loro sono belli seduti a Roma a sparare minchiate e chi ci rimette è la povera gente. No comment per il resto.

eddy
eddy
6 anni fa

Vorrei ancora dire che la popolazione invecchia e quindi certe malattie tumorali si fanno ancora più sentire. Incominciamo intento a lasciare le macchine a casa ed evitiamo almeno la circolazione sulla Marina Garibaldi, ove passeggiando ci avveleniamo con le loro emissioni.