L'ingresso della Raffineria di MilazzoMinistero Sviluppo economico difende la RAM: «Emissioni troppo basse potrebbero determinare chiusura» 16 Marzo 2018 Ambiente 17 Commenti «L’applicazione dei limiti di emissione e delle prescrizioni di cui alle note del Sindaco del Comune di Milazzo e del Commissario Straordinario del Comune di San Filippo del Mela potrebbe derivare anche la chiusura della raffineria, con ripercussioni sul livello di sicurezza e continuità degli approvvigionamenti petroliferi nazionali». A scriverlo è una nota del Ministero dello Sviluppo Economico a firma del dirigente Guido Napoli. Il Ministero l’ha inviata lo scorso 9 marzo alla Commisisone per Aia-Ippc del dicastero dell’Ambiente che sta seguendo l’iter del riesame dell’autorizzazione integrata ambientale, documento indispensabile affinchè gli impianti possano continuare a lavorare. Il sindaco di Milazzo Giovanni Formica e il commissario straordinario di San Filippo del Mela, Alfredo Biancuzzo, sollevando una emergenza sanitaria sul territorio, sono riusciti a far inserire tra le prescrizioni l’abbattimento del 50% delle emissioni consentite dall’attuale normativa. Prescrizione che se venisse mantenuta, non essendoci tecnologie attualmente disponibili (le cosiddette Bat), costringerebbe la Ram (almeno così hanno sostenuto a Roma i vertici dell’azienda) a dovere chiudere interi impianti per rispettare i limiti. Mettendo a repentaglio la stessa sussistenza economica della struttura petrolifera oltre a creare una questione occupazionale. Ed ecco il solito dilemma: difesa della salute o posti di lavoro? Se ne saprà di più mercoledì 28 marzo quando a Roma si terrà la conferenza di servizi definitiva. La soluzione è in cantiere. Da settimane ci sono segnali di disgelo tra le amministrazioni locali e la Ram. Oggi pomeriggio è prevista l’ennesima riunione al comune di Milazzo. Visto che la raffineria contesta la validità degli studi su cui si basa la “presunta” emergenza sanitaria l’accordo – ancora da definire – prevede il finanziamento da parte del’azienda di uno studio epidemiologico su tutto il comprensorio con una valenza scientifica che faccia un punto preciso e attuale della situazione sanitaria. L’accordo, se verrà raggiunto, prevede il mantenimento delle prescrizioni già inserite che scatteranno o meno dopo il risultato dello studio epidemiologico che dovrebbe basarsi su di un monitoraggio di un periodo lungo 2 – 3 anni. Il Ministero dello Sviluppo Economico che, evidentemente, guarda con occhio benevolo l’attività della Ram, joint venture paritaria tra Eni e Kuwait, conferma ciò che aveva già scritto nel dicembre scorso ribadendo ancora «l’importanza di salvaguardare l’industria della raffinazione italiana, consentendo al mercato di disporre di prodotti ad alta compatibilità ambientale realizzati seguendo i più alti standard qualitativi». La raffineria di Milazzo produce attualmente circa il 15% del gasolio ed il 24% della benzina consumati in Italia ed occupa circa 600 unità generando un indotto di oltre 1000 unità che può salire a 2000 unità nel caso di grandi fermate. La settimana scorsa la Capitaneria di Porto, guidata dal comandante Fabio Rottino, ha riunito l’unità di crisi a causa di perdite di prodotto petrolifero dai terreni della Raffineria, che si sono riversate nel mare antistante i comuni di Milazzo e San Filippo del Mela. Alcune chiazze di idrocarburi erano state individuate nei giorni scorsi e le immagini erano finite sui social. Condividi questo articolo Facebook Twitter Email Print Whatsapp Linkedin Visite: 12.623 CONTINUA A LEGGERE SU OGGIMILAZZO.IT