Itituto Leonardo Da Vinci. Dopo l’alunno Salvatore Cicciari, imbarcato sulla nave scuola Palinuro adesso a fare una nuova esperienza di navigazione è stata la studentessa Shura Accetta. La ragazza che frequenta la IV A Trasporti e Logistica, è stata a bordo dell’Amerigo Vespucci. La nave, definita la “più bella del mondo”, da 86 anni fa scuola di marineria e di vita ed è una vera e propria leggenda dei mari. La Vespucci offre,infatti, i suoi segreti e le sue esperienze anche a tanti giovani degli istituti nautici, per i quali rappresenta un eccezionale banco di prova per il futuro.

La giovane alunna del Nautico di Milazzo, che si è imbarcata a Taranto ed è rimasta a bordo per dieci giorni di navigazione, è stata scelta nell’ambito del progetto di imbarco temporaneo dei giovani soci dell’Anmi e della Lega Navale italiana. Una grande soddisfazione per l’Itet Leonardo da Vinci, che offre ai suoi iscritti l’occasione di mettere in pratica le competenze acquisite sui banchi di scuola e arricchire con un’esperienza prestigiosa il proprio curriculum professionale. A soli diciassette anni, sperimentare il lavoro a bordo di un’unità-simbolo della Marina, osservando la ferrea disciplina, il duro coordinamento di squadra e soprattutto l’orgoglio che fa brillare gli occhi dell’equipaggio, costituisce un’unica, insostituibile scuola di vita.

Qualche mese fa ha avuto la stessa opportunità  Salvatore Cicciari, imbarcato per uno stage sulla nave scuola Palinuro, anche lui scelto insieme ad altri giovani candidati di età compresa tra i 15 e i 25 anni che sono ammessi agli imbarchi temporanei grazie ad associazioni come la Lega Navale Italiana, che opera sul territorio e offre agli studenti dei migliori Istituti Nautici non soltanto una concreta opportunità di alternanza scuola lavoro, ma anche un’esperienza di vita indimenticabile. Per lui l’imbarco è durato venti giorni, durante i quali la goletta ha fatto scalo nei maggiori porti della Penisola.

«E’ stata – dice Salvatore – un’esperienza indimenticabile anche se molto rigida. La sveglia era ogni mattina alle 6,45 per poi affrontare una giornata di duro lavoro. Riordino delle amache e preparazione dei tavoli per la colazione. Alle 8 si cominciava con i turni di “rassetto e pulizie”, senza contare i turni di guardia della durata di dieci ore, alcune delle quali da svolgere anche di notte. Oltre a queste incombenze, a bordo ci sono poi intensi momenti di studio e attività concrete come la manovra delle vele, i compiti in plancia, la vedetta, la navigazione notturna e tante altre attività propedeutiche all’apprendimento delle arti marinaresche». Per Salvatore Cicciari, però, la cosa più bella è stato guidare il timone della nave. «E’ stato – continua – fantastico. Impugnare il timone è come avere saldamente tra le mani l’anima della nave. Mi sono sentito orgoglioso. Il cuore mi batteva forte per l’emozione. Quando ho visto le vele muoversi al vento e sentito il suono della sirena che annunciava la partenza dal porto di imbarco, ho guardato il mare e ho capito che il mio sogno si era realizzato». Per lui sicuramente una grande opportunità. «Sono consapevole – conclude – di aver avuto una fortuna che raramente capita ad un ragazzo della mia età. Ciò che ho imparato va oltre la semplice pratica lavorativa. Ho provato quanto sia meravigliosa la vita in mare e quanto importanti siano i valori che può insegnare. Come il rispetto reciproco, la collaborazione, il lavoro di squadra e soprattutto l’amore per il mare e tutte le sue creature. E solo grazie alla preparazione di base che ho avuto a scuola sono stato capace di affrontare tutto senza alcun ripensamento». 

Salvatore Cicciari