Cateno De Luca e la sua Operl Corsa Rossa (FOTO OGGI MILAZZO)Arrestato il neo deputato Cateno De Luca: evasione da un milione 700 mila euro (i dettagli) 8 Novembre 2017 Nei Dintorni 4 Commenti Giovedì avrebbe avuto l’ultima udienza dell’ultimo processo. Ne aveva superato indenne già quattordici aveva sostenuto in campagna elettorale sbandierando il suo certificato dei carichi pendenti. Stamattina, però, al neo deputato Cateno De Luca è stato notificato un provvedimento cautelare ai domiciliari in esecuzione di un provvedimento emesso dal GIP del Tribunale di Messina a conclusione di complesse indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Messina, dai militari del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Messina e della Compagnia Carabinieri di Messina Sud. Identico provvedimento anche per Carmelo Satta in qualità di promotori di un’associazione per delinquere finalizzata alla realizzazione di una rilevante evasione fiscale di circa 1.750.000 euro. I DETTAGLI. L’indagine è partita nel 2013 dopo una verifica fiscale della Guardia di finanza sul Caf, verifica che aveva fatto emergere anomali dando luogo all’inizio delle indagini poi assegnate ai finanzieri e ai carabinieri. Attraverso le indagini è stato individuato un complesso reticolo societario facente capo alla Federazione nazionale autonoma piccoli imprenditori ed alla società Caf Fe.Na.Pi.. s.r.l. di cui era rappresentante legale Satta, riconducibile, direttamente o indirettamente, al De Luca e Satta, utilizzato, nel corso del tempo, per porre in essere un sofisticato sistema di fatturazioni fittizie finalizzate all’evasione delle imposte dirette ed indirette. Sono dieci in tutto gli indagati, oltre De Luca e Satta anche amministratori e titolari di altre società. La Federazione che raggruppa i piccoli imprenditori con 200 circoli in tutta Italia e circa 50 soltanto nel Messinese si appoggiava per legge a una società di servizi, la Caf Fenapi riconducibile a De Luca. Questa società di servizi fatturava distaccamenti di personale oppure contributi per mantenimento delle sedi giudicate dai finanzieri inesistenti. I ricavi erano attribuiti alla Federazione, che gode di agevolazione fiscali (dal 17 all’1,5 per cento l’abbattimento della pressione fiscale) attraverso operazioni fittizie. Il tutto per un giro di fatturazione complessiva annua di 6-7 milioni di euro. Mentre costi inesistenti venivano imputati da parte della Federazione Nazionale a vantaggio del Caf Fenapi s.r.l., individuato quale principale centro degli interessi economici del sodalizio criminale. La frode si è sviluppata basandosi sul trasferimento di materia imponibile dal Caf alla Federazione Nazionale, in virtù del regime fiscale di favore applicato a quest’ultima, che ha determinato un notevole risparmio di imposta. Al termine dell’attività investigativa è stato individuato un indebito risparmio di imposta pari a circa 1.750.000 (sia ai fini iva. che delle Imposte sui redditi delle società). Oltre alle due persone sottoposte agli arresti, sono state deferite a piede libero altri 8 associati. Contestualmente è stata disposta l’esecuzione del sequestro preventivo per equivalente fino all’ammontare dell’indebito risparmio di imposta, sia nei confronti degli arrestati che nei confronti della società Caf Fenapi s.r.l., nei cui confronti è stata applicata la normativa in materia di responsabilità amministrativa degli enti. Il provvedimento cautelare è stato emesso dal gip del Tribunale di Messina a conclusione di articolate e complesse indagini coordinate dalla procura di Messina, militari del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza di Messina e della Compagnia carabinieri di Messina sud. Oltre i domiciliari anche il sequestro preventivo per equivalente fino all’ammontare dell’indebito risparmio di imposta, sia nei confronti degli arrestati che nei confronti della società Caf Fenapi, nei cui confronti è stata applicata la normativa in materia di responsabilità amministrativa degli enti. De Luca era già stato arrestato nell’ambito dell’inchiesta per i lavori realizzati a Fiumedinisi. La procura ha chiesto la sua condanna a 5 anni. L’ex sindaco di Santa Teresa aveva proposto ricorso in Cassazione per spostare il processo a Reggio Calabria, ma è stato respinto, la sentenza è attesa nelle prossime settimane. Condividi questo articolo Facebook Twitter Email Print Whatsapp Linkedin Visite: 5.035 CONTINUA A LEGGERE SU OGGIMILAZZO.IT