«È necessario mettere in campo percorsi rivolti a stabilizzare tutti quei lavoratori che da tanti anni svolgono sono impiegati nell’ambito degli appalti e che, passando da un’azienda all’altra, si ritrovano puntualmente a dover difendere la loro occupazione e i loro salari, senza quella prospettiva di stabilità necessaria oggi per accendere un mutuo o aprire un credito». A sottolinearlo, con chiaro riferimento al settore dell’energia nell’area industriale di Milazzo e del comparto idrico con Amam in testa a Messina, è stato il segretario provinciale della Femca Cisl, Stefano Trimboli, durante il Consiglio Generale della federazione dei chimici e dei tessili.

Alla presenza del Segretario Generale Regionale, Franco Parisi e del Segretario Generale della Cisl Messina, Tonino Genovese, Trimboli ha sollecitato il dibattito tra i delegati con la necessità di affrontare, senza ulteriori rinvii, la questione del lavoro precario. «Nel settore dell’energia sono tanti i lavoratori che, dopo anni di lavoro svolto nell’indotto, hanno sviluppato delle professionalità delle quali le aziende non possono fare a meno se vogliono recuperare e mantenere livelli elevati di efficienza e produttività. Programmazione degli investimenti nell’area industriale e internalizzazione dei servizi appaltati nel servizio idrico sono le strade principali per poter superare il problema del precariato, oggi diventato vera e propria piaga sociale».

Tonino Genovese, nel suo intervento, ha ribadito l’impegno della Cisl a voler difendere il comparto industriale promuovendone «uno sviluppo sostenibile sulla scia di quella “quarta rivoluzione industriale” che impone una produzione tecnologicamente avanzata e pienamente sostenibile per la salute e l’ambiente, in nome di sbocchi occupazionali altrimenti non rintracciabili in altre poco credibili economie alternative».

Sulla lotta al precariato e nella fattispecie alle questioni che attengono l’Amam, la società che gestisce il servizio idrico nel capoluogo peloritano, Genovese ha posto l’accento «sulla necessità di poter fare presto un accordo con vertici aziendali e amministrazione comunale sul quale tracciare tempi certi rispetto alla approvazione della definitiva pianta organica e alla conseguente sistemazione dei contratti a termine e di quei lavoratori oggi impegnati negli appalti dei servizi che possono essere internalizzati».