Quattordici lavoratori “in nero”, impiegati presso un bed & breakfast abusivi e ricavi nascosti al fisco per oltre 200.000 euro, oltre a delle locazioni immobiliari completamente che hanno permesso di rilevare redditi
occultati allo Stato per circa 160.000 euro. E’ il risultato di una indagine dei finanzieri della Compagnia di Milazzo e della Tenenza di Lipari.

L’attività di controllo è stata intensificato in occasione della stagione estiva e del conseguente incremento delle presenze turistiche, con l’obiettivo di contrastare l’economia sommersa e illegale nell’arcipelago eoliano e nelle località balneari della costa mamertina.

I dipendenti “in nero”, impiegati a vario titolo nelle attività commerciali di ristorazione e di attività turistico-ricettive, sono stati individuati nel corso di un’operazione che ha interessato diverse località delle isole. Inoltre, i finanzieri dipendenti dal Comando Provinciale di Messina hanno eseguito una serie di interventi nei confronti di numerosi bed & breakfast e case vacanza operanti nelle zone costiere di Milazzo e Venetico, con il preciso obiettivo di reprimere l’abusivismo nel settore dell’offerta dei servizi extraalberghieri.

Tale fenomeno, conosciuto come di sharing economy, permette a chiunque, approfittando delle numerose piattaforme telematiche, anche estere, dedicate allo
specifico settore, di offrire disponibilità alloggiative. I controlli hanno avuto il fine di verificare il possesso da parte delle diverse strutture ricettive, quali B&B, case vacanza e soluzioni alloggiative extralberghiere, delle previste autorizzazioni comunali, nonché il rispetto della normativa di pubblica sicurezza, il pagamento della prevista imposta di soggiorno e l’assolvimento degli obblighi fiscali ai fini delle imposte dirette e indirette. Uno dei bed & breakfast controllati è risultato totalmente abusivo.

Il contrasto all’economia sommersa rappresenta una linea d’azione fondamentale tra le funzioni di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza, sia per il recupero dei tributi sottratti al Fisco sia perché consente di arginare la diffusione dell’illegalità e dell’abusivismo nel sistema economico, a tutela delle imprese che operano nel rispetto della legge e dei cittadini.

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john caccamo
john caccamo
6 anni fa

quello che hanno scoperto a Lipari è solo la punta di un iceberg, in quell isola evasione fiscale e abusivismo sono la norma

Milazzo
Milazzo
6 anni fa

ANDATE A CONTROLLARE I TAXI (IN REALTÀ N.C.C.) AL PORTO….NON SANNO NEANCHE COSA SIA UNA RICEVUTA FISCALE

cittadino
cittadino
6 anni fa

Meditare e prima di scagliarsi contro le industrie che arricchiscono un territorio,fare i conti con questo tipo di realtà che sembra offrire benessere,ma in realtà sfrutta le persone per arricchirsi senza pagare le tasse,RUBANDO sugli oneri che spettano ad uno Stato che non ha poi risorse per garantire benessere a tutti.

cittadino
cittadino
6 anni fa

Questo è il tipico “incremento turistico” che la maggior parte degli imprenditri milazzesi vogliono,al fine di procurarsi guadagni esorbitanti a fronte dello sfruttamento di manodopera a basso costo offerta da giovani disperati che in zona non trovano di meglio e che sono costretti ad elemosinare,con il ricatto che se si lamentano neppure li pagano.Cosa che nella grande industria non succede.

giuseppe
giuseppe
6 anni fa

complimenti al comando di Milazzo. Mi auguro che i controlli continuino nei ristoranti dove la manodopera extra comunitaria chissà perché fa da padrona.