ISTITUTO IMPALLOMENI. La costruzione della Raffineria di Milazzo (“RM”) cominciò nel 1959, ad opera del magnate Attilio Monti. Richiese grossi finanziamenti, manodopera e materiali. Gli ettari di terreno su cui è stata costruita, furono sottratti ad una fiorente attività agricola con coltivazioni di angurie, pomodori e fagiolini; mentre nell’adiacente zona “Parco” vaste distese di gelsomini offrivano lavoro a migliaia di donne che coglievano questi fiori, venduti in tutto il mondo per essenze e profumi. Dal 1961, anno di completamento dei lavori, la Raffineria ha procurato un lavoro a tantissime famiglie milazzesi e non, il “posto fisso” dopo gli anni duri del dopoguerra, sembrò una manna dal cielo… ma il gioco ne è valso la candela?

Nel 1993, un incidente che ha cambiato la vita di sette famiglie, sette operai morti a causa dell’esplosione di un impianto interno ha causato l’avvelenamento e subito la morte delle vittime.

Nel 2014, invece,  un altro episodio che ha terrorizzato tutta i cittadini. Divampa un incendio nel serbatoio 513, contenente “Virgin Nafta” che brucia per giorni, ma poi consumatosi il liquido infiammabile, si ferma. Ancora oggi dopo quasi tre anni il serbatoio non è stato ancora rimosso.

Sicuramente una raffineria è il peggior modo di far passi avanti per l’ambiente, infatti, tantissimi casi di cancro sono stati ricondotti all’inquinamento che, propagatosi in 56 anni, è salito alle stelle.

La “RM” sarà sempre il “tallone d’Achille” di Milazzo.

                                                                     JOLE AMALFA IA

Liceo Classico