ISTITUTO COMPRENSIVO TERZO. Il ruolo delle donne nella storia della lotta alla mafia è stato in passato ed è tuttora determinante: possiamo considerarle delle vere eroine che hanno lottano e lottano ancora per affermare la legalità e che, pur essendo state vittime innocenti , continuano a rappresentare per tutti noi un esempio di grande coraggio. Avere conosciuto alcune storie di donne coraggio, protagoniste dello spettacolo teatrale di Marina Romeo “La mafia uccide sempre tre volte”, messo in scena il 7 Febbraio al teatro Trifiletti, è stato per me molto importante perché ho potuto riflettere sulla forza che spinge una donna, anche semplice o poco istruita, a sfidare la mafia, a denunciare i responsabili dell’uccisione dei propri familiari, determinata ad abbattere quel muro di omertà che per tanto, troppo tempo aveva protetto i mafiosi. In fondo ad essere vittima è anche chi ha subito in modo così terribile la scomparsa di un proprio caro, la cui vita è stata rovinata da una ferita profonda che non potrà mai essere rimarginata.

Seguendo con attenzione i drammi di Serafina Battaglia, prima donna coraggio che sfidò Cosa Nostra, o di Giuseppa Di Sano, eroina pressoché sconosciuta che alla fina dell’Ottocento sbaragliò con la sua testimonianza il clan responsabile dell’uccisione della figlia, di Felicia Impastato, e venendo a conoscenza della terribile fine di Rita Atria e Graziella Campagna, mi sono chiesta: Perché la mafia uccide tre volte?

E’ stata proprio Marina Romeo, intervenuta alla fine della rappresentazione, a dare risposta alla mia domanda. In tanti delitti di stampo mafioso, a cui la scrittrice- regista dello spettacolo si è interessata, ricorre una prassi a dir poco agghiacciante visto che la prima uccisione è quella fisica delle povere vittime innocenti, la seconda avviene quando si butta fango, cioè quando si discredita “ad arte” la vittima, per depistare le indagini della magistratura, la terza avviene quando le Istituzioni trovano tanti impedimenti per giungere alla verità e non viene fatta subito giustizia, lasciando impuniti i responsabili di tali orribili misfatti oppure facendo sì che la conquista della verità diventi, come ha detto a noi ragazzi, Piero Campagna, fratello di Graziella, “un calvario lungo e doloroso”. E’ proprio Piero, che si commuove e ci commuove tutti nel ricordare la sorella, scomparsa in modo così tragico trentuno anni fa, a concludere l’incontro invitando noi ragazzi ad essere sempre più responsabili e ad agire pensando che il bene distrugge sempre il male.

Poi, nel congedarsi da noi ragazzi ci ricorda quanto il giudice Falcone affermava : «La mafia non è affatto invincibile. È un fatto umano e come tutti i fatti umani ha un inizio e avrà anche una fine. Piuttosto bisogna rendersi conto che è un fenomeno terribilmente serio e molto grave e che si può vincere non pretendendo eroismo da inermi cittadini, ma impegnando in questa battaglia tutte le forze migliori delle istituzioni».

MARIAPIA CUSUMANO I D

Media Zirilli