La procura di Barcellona insiste nel chiedere l’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari per due dei tre indagati accusati di sfruttamento della prostituzione. Il pm Federica Paiola ha infatti presentato appello al Tribunale del riesame per chiedere l’applicazione degli arresti domiciliari per l’anziano ex arciprete di Pozzo di Gotto, padre D.S., 82 anni di Barcellona, proprietario di due miniappartamenti, e per la proprietaria del terzo immobile, l’impiegata comunale R. R. F., 64 anni di Milazzo. L’udienza si terrà il 16 maggio. A renderlo noto la Gazzetta del Sud di stamani.

La vicenda è legata all’affitto di tre appartamenti a delle ragazze colombiane e cubane che si prostituivano nella palazzina di via Spiaggia di Ponente 6. Lo stesso magistrato inquirente aveva già chiesto l’arresto dei due indagati nella fase delle indagini che hanno portato alla scoperta del giro di prostituzione che avveniva a Milazzo fin dal gennaio del 2015, quando ebbe inizio il rapporto di locazione dei tre appartamenti affittati da una giovane donna brasiliana P.M.L.P., 35 anni, che risiede a Catania. Una sorta di tenutaria che a sua volta aveva subaffittato le tre unità immobiliari a cinque prostitute, quattro colombiane e una cubana. Arresto che era stato poi rigettato dal gip Salvatore Pugliese, il quale aveva solo sottoposto a sequestro le tre unità immobiliari. Adesso la Procura insiste.

Il sacerdote in una intervista rilasciata a Meridionews aveva ammesso di sapere che le ragazze esercitavano all’interno ma solo dopo avere firmato il contratto di affitto e di non avere fatto nulla poichè attendeva un intervento della polizia di Milazzo che stava effettuando una indagine sulla scorta di denunce dei condomini della palazzini stanchi del continuo via vai di clienti. «Se la polizia viene e non fa niente, perché ci dovrei pensare io – ha spiegato al giornale online catanese  – La verità è che gli altri inquilini sono stati convinti da una donna che ha avuto il sospetto che il marito frequentasse queste ragazze – confida il prelato -. Non è affatto vero che c’era un gran via vai notturno. Una volta ho incontrato una di loro per strada, le ho chiesto come andava e – conclude – mi ha risposto: “Nada nada, oggi neanche un centesimo”». Tra le ipotesi di reato imputato al prete anche quello di avere incassato somme superiori rispetto al costo dell’affitto concordato e riportato nel contratto.

Leggi anche: Prostituzione a Milazzo, annullata la condanna per l’ex impiegata comunale che aveva affittato la casa