IL COMMENTO. Ventunomila. Sono queste le visualizzazioni della notizia pubblicata da Oggi Milazzo con la quale si raccontava di alcuni medici dell’ospedale Fogliani che hanno salvato la vita ad una donna con una tracheotomia urgente improvvisata su una lettiga (LEGGI QUI).

Ventunomila sono state le letture sul nostro giornale online, centinaia gli attestati di stima fatti di telefonate, strette di mano e messaggi, all’equipe guidata dal dottore Carmelo Quattrocchi composta da Massimo Munafò e Giuseppe Panebianco, col supporto dell’anestesista Carmelo Avolio. Il numero che fa riflettere è, però, zero: come le telefonate ricevute dai medici da parte dei vertici dell’Azienda sanitaria locale.

Riflettevo su questo episodio mentre leggevo l’ennesimo intervento a difesa del Fogliani nell’ambito della nascita degli ospedali riuniti tra Milazzo, Barcellona e Lipari su cui sta lavorando il manager Gaetano Sirna. Ci si preoccupa dei trasferimenti, delle alchimie politiche per accontentare potentati politici e ospedalieri, ma poi si perde di vista la cosa più importante: la gratificazione di chi lavora e che rende affidabile e sicuro un reparto.

Quello riportato da Oggi Milazzo, per carità, è solo uno dei tanti “salvataggi” che quotidianamente vengono fatti negli ospedali della Provincia di Messina da medici ed infermieri che non hanno la ribalta della stampa. Ma ogni tanto pubblicare queste notizie non solo fa bene a chi vi lavora ma, specialmente ai pazienti, che alla fine guardano con maggiore fiducia e rispetto verso le aziende sanitarie e chi vi opera tra tagli di bilancio e sacrifici personali.

I vertici dell’Asp di Messina lo ricordino: ogni tanto una telefonata può salvare una vita. Altre volte gratifica chi compie questi gesti e rende grande un ospedale. Una struttura non è fatta solo di bilanci e targhette sulle porte. Ma soprattutto di persone.

GIANFRANCO CUSUMANO