INCLASSE. Inquinamento, disoccupazione, turismo, Isis. Il sindaco di Milazzo, Giovanni Formica, eletto lo scorso giugno, accetta un’intervista a tutto tondo. Parlando del futuro di Milazzo e della sua “ricetta” per lo sviluppo del territorio. Ma non solo.

Vista la posizione geografica del nostro comune e la presenza della Raffineria quali precauzioni pensa che dovrebbero essere prese?

Il nostro territorio è ad altissima densità industriale, c’è la raffineria, c’è la centrale termoelettrica, esiste una zona industriale con una presenza importante di attività. Questo significa che c’è un problema di tipo ambientale. Ci sono delle leggi dello Stato e dei provvedimenti anche regionali che stabiliscono i tetti massimi di emissione nell’atmosfera d’inquinamento. Anche il suolo e il sottosuolo con le falde acquifere sono in pericolo. Ci sono delle soglie di inquinamento oltre le quali le industrie non possono andare».

Qual è il compito della politica in questo contesto?

Non  solo della politica ma anche delle associazioni, anche del mondo della scuola. Tutti insieme dobbiamo riuscire a far passare un messaggio che tiene naturalmente conto delle leggi. Non basta solo osservarle. Ad esempio: se c’è una soglia di legge 100 per un determinato tipo di inquinamento, supponiamo che una delle nostre industrie sia al 99, formalmente sta rispettando la legge, ma se c’è una tecnologia che permette di stare a 20 anziché a 99, tutti noi dobbiamo cercare di sforzarci di fare adottare a quell’industria la tecnologia che gli permette di inquinare meno possibile. Pertanto le industrie debbono usare le migliori tecnologie al mondo per abbattere gli inquinanti. È necessario avere degli impianti di monitoraggio con dati pubblici».

Milazzo può coniugare industrie e turismo?

Per la sua posizione geografica e le bellezze architettoniche, può aspirare anche ad altro, seguendo un modello che può anche non essere quello industriale in una strategia complessiva che tende a valorizzare le ricchezze locali dal castello alle nostre tradizioni. Per fare questo dobbiamo avere un ambiente il più possibile pulito e sano. Tra qualche mese verrà istituita l’area protetta a Milazzo; una porzione del nostro mare ricchissima di biodiversità verrà idealmente recintata per consentire il ripopolamento delle specie ittiche, delle alghe e di quanto sta nel mare. Questo avverrà di fronte alla raffineria, dal lato del Capo. Pertanto è possibile una convivenza tra l’industria e la tutela dell’ambiente».

Vista la crisi economica e finanziaria che attanaglia quali misure pensa debbano essere prese per rilanciare l’economia milazzese?

Oggi, chi vuole fare investimenti deve avere la capacità di progettare ed intercettare anche le risorse Europee. Ce ne sono tantissime, la Sicilia e l’Italia complessivamente ne restituiscono tantissimi. L’Europa è molto rigida, in quanto dà la possibilità di utilizzare le risorse, ma se non vengono utilizzate entro i termini stabiliti, devono essere restituiti e concessi a chi è in grado di farlo. Al Comune è stato istituito un ufficio Europa che ha come finalità anche quella di formare una classe di professionisti che nel nostro territorio non sono ancora sufficientemente preparati per fare progettazione, accedere ai finanziamenti e fare impresa.

Che cosa pensa del flusso migratorio degli stranieri in Italia. Quali misure vanno adottate per regolamentare lo stesso?

Il problema dell’immigrazione non è soltanto un problema dell’Italia, ma è un problema che riguarda l’intera Europa ed è in chiave europea che bisogna risolverlo, mettendo in piedi una rete di accoglienza che li faccia diventare cittadini europei. A Milazzo ci sono delle comunità che li ospitano. In questi giorni è stato finanziato un progetto per accogliere minori stranieri non accompagnati.

In Italia il numero dei disoccupati diventa sempre maggiore. Specialmente al Sud la disoccupazione tra i giovani ha raggiunto numeri inaccettabili. Come pensa che si possa affrontare questo problema?

Per aiutare i ragazzi bisogna fare un grande investimento in ricerca e sviluppo consentendogli di scegliere anche di potere fare delle esperienze di lavoro all’estero sapendo di potere ritornare.

Quale è la sua opinione sull’attentato di Parigi?

Questo credo sia uno degli attentati più terribili perché ha colpito gli esseri umani nella loro quotidianità in maniera crudele ed efferata. La questione dell’Isis è una questione assai complessa che riguarda una guerra ormai aperta tra culture. Non bisogna commettere l’errore di pensare che tutti i musulmani, appartenenti alla religione islamica siano dei terroristi, e assimilarli a coloro che hanno commesso quel gesto. Trattasi di frange di estremisti addestrati e costruiti per commettere atti di questa gravità».

 

Elisa Russo, Veronica Formica, Larisa Cimpian III A

Istituto Comprensivo Secondo – Media “Luigi Rizzo”