Passeggiando per le vie di Milazzo molto spesso ignoriamo la storia della terra che calpestiamo. E, invece, sono il ricordo di storie che meritano di essere raccontate. Non molti sanno, per esempio, che Largo Piano Baele racchiude una vicenda molto triste, legata ad una giovane donna, figlia del noto Barone Baele. Questa ragazza si innamorò perdutamente del figlio di uno dei contadini impiegati nei campi di proprietà del padre. Quando quest’ultimo se ne accorse, decise di porre fine a quella storia licenziando la famiglia del contadino. La giovane innamorata, non riuscendo a darsi pace, un giorno in preda alla disperazione galoppó fino alle scogliere del Capo, dove si incontrava con l’innamorato e si gettò da una rupe chiamata oggi U Santu Cabaddu.  Si dice che, nelle notti d’estate, la si veda ancora cavalcare nei pressi della scogliera, alla ricerca del suo amato.
Un’ altra storia interessante è quella di Via Risorgimento, denominata U Straduni per la sua conformazione ed ubicazione. Più avanti la strada era una piccola trazzera circondata da orti, cisterne e pozzi. In questa zona, situata fuori Porta Palermo era il cosiddetto Purracchito area oggi occupata dal Liceo Classico e dalla scuola media Luigi Rizzo, dal 1600 alla fine del 1700. Caratterizzato da fosse entro cui si bruciavano le immondizie, si svuotavano i pozzi neri e le raccolte dei servizi igienici privati.
Per questi motivi il toponimo popolare di “Purracchito” passò ad indicare un luogo sporco e malsano. Da qui e più avanti prima di giungere a Contrada Tre Monti, la strada taglia una zona già denominata Contrada Taddarita. Il grecismo usato nella toponomastica popolare, faceva riferimento alla presenza nella zona di numerosi pipistrelli  (“taddariti”)  i quali si annidavano nei ruderi delle mura di cinta e di baluardi terrapiantati a difesa di questo versante e di Porta Palermo. Altra via importante è via Santa Maria Maggiore denominazione legata all’ omonima Chiesa edificata agli inizi del 1600. La piazzetta che si apre sul retro della Chiesa era popolarmente indicata come Rivotu in quanto capolinea delle diligenze che toccavano Milazzo ove le carrozze, giovandosi dello slargo, “rivoltavano” per fare ritorno verso Porta Messina e quindi proseguire la corsa di linea.

Grace Amato II B 

Istituto Comprensivo Primo – Media “Garibaldi”