SAN FILIPPO DEL MELA. Momenti di tensione al Municipio di San Filippo del Mela nel corso del consiglio comunale di stamattina in cui si discuteva dell’indizione del referendum sull’inceneritore di Edipower.consiglio comunale san filippo del mela
Circa un centinaio di lavoratori hanno infatti presidiato i lavori consiliari, riempendo l’aula e l’ingresso del palazzo comunale. Assieme a loro anche il direttore della centrale, Salvatore Marchese. Una presenza collettiva che ha voluto significare le forti preoccupazioni dei lavoratori che, nel 2019, se il progetto non dovesse ricevere le autorizzazioni ministeriali, potrebbero essere trasferiti in altre parti d’Italia. «Non si tratta solo dei nostri posti di lavoro, ma anche dell’economia che grazie ai nostri stipendi riusciamo ancora a far girare in questo territorio» ci hanno tenuto a ribadire i rappresentanti sindacali dei lavoratori.

Dopo la votazione del consiglio sul referendum, si sono sollevate aspre proteste da parte degli operai presenti in aula che si sono rivolti ai consiglieri e a tutta l’amministrazione con un corale «Vergogna!».
Un comportamento incomprensibile da parte dei consiglieri e dell’amministrazione, soprattutto a seguito dell’incontro avuto con i sindacati alcuni giorni fa. In quest’incontro, infatti, i sindacati e i vertici dell’azienda avevano chiesto di poter posticipare la data del referendum in modo da consentire loro l’organizzazione della propaganda referendaria. L’amministrazione, che in un primo momento non si era mostrata favorevole a questa ipotesi, con l’accordo fra i sindaci sottoscritto ieri (Leggi qui dell’accordo), ha di fatto assecondato le richieste dei sindacati.

Il referendum, infatti, non si terrà più entro il 22 novembre, come originariamente previsto nei programmi del sindaco Aliprandi. È necessario prima che tutti gli altri comuni sottoscrittori dell’accordo approvino non solo il regolamento sul referendum, ma anche il quesito referendario da sottoporre alla popolazione. Approvazioni che, comunque, dovrebbero giungere entro la prima decade di Novembre, secondo quanto sottoscritto nell’accordo.

Il quesito referendario, alla fine, sarà il seguente: «Siete voi favorevoli alla realizzazione di un impianto di valorizzazione energetica CSS da realizzarsi all’interno della centrale termoelettrica di Archi nel comune di San Filippo del Mela?».

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Altair
Altair
9 anni fa

I sindacati si battessero per far si che quei lavoratori trovino impiego in un serio progetto di bonifica e riqualificazione di un territorio impestato da veleni e industrie (ci vorrebbero almeno un paio di decenni per ripulire tutto).
Ne gioverebbero tutti: i lavoratori che devono sfamare la propria famiglia e la popolazione che vuol tutelata la propria salute.

Giuseppe
Giuseppe
9 anni fa

Caro Signor Sindaco Di San Filippo del Mela, Lei durante il Consiglio Comunale ha rimproverato ad A due A che a regime sarebbero stati impiegati 150 dipendenti per esercire il termovalorizzatore, pochissimi per LEI, ma risponda alla mia domanda: da quando amministrate la città di SFDM quanti posti di lavoro avete creato con i suoi Amministratori ZERO, per cui faccia mente locale a quello che dice, auguri al nuovo matrimonio con padre e Zero cxxxxxcc,

Giuseppe
Giuseppe
9 anni fa

Un bravo amministratore dovrebbe saper valutare cosa può comportare la chiusura di un sito industriale nella nostra zona, chi dovrebbe sostenere gli ingenti costo delle bonifiche? Chi oggi sputa nel piatto dove hanno mangiato i genitori si deve vergognare, Archi era solo campagna e OLivarella era composta da quattro case, grazie all’industria si è arrivati ad avere lo stato attuale, ma tutti se ne sono dimenticati che 50 anni fa dal Comune di San Filippo sono emigrati centinaia di famiglie ed oggi se ancora i cittadini sono rimasti qua lo devono allENEL ed alla Raffineria.VERGQOGNATEVI da buon amministratori dovreste pretendere… Leggi il resto »

Gert dP
Gert dP
9 anni fa
Reply to  Giuseppe

Non tutti i comuni hanno una centrale termoelettrica, una raffineria e blabla eppure guarda che campano lo stesso e hanno bilanci migliori del nostro. Come fanno? Esiste solo la via: un-tumore-per-un-posto-di-lavoro? Non credo, spremiti le meningi e vedrai che esistono risorse economiche che non passano dai veleni.

Altair
Altair
9 anni fa
Reply to  Giuseppe

Ecco… il solito squallido ricatto del lavoro. Per un posto di lavoro si può accettare tutto.
Il lavoro così non è più un diritto, ma è solo merce di scambio, un favore ricambiato, uno strumento di coercizione.
Guardatevi attorno… ampliate i vostri orizzonti e le vostre menti. Raffinerie, centrali elettriche e inceneritori, non c’è ne stanto uno per comune. Eppure, come dice l’utente qui in basso, campano lo stesso…. anche meglio!

Antonio
Antonio
9 anni fa

Dovrebbero inserire nel codice il reato di ” Ricatto occupazionale” . Non c’è più limite alla pubblica indecenza .

Gert dP
Gert dP
9 anni fa
Reply to  Antonio

bravissimo! Ci sono già cascati i nostri “avi” quando si trattò di mettere in piedi la raffineria (avessero aspettato qualche anno a quest’ora godremmo di turismo e molti dei nostri cari forse sarebbero ancora vivi e in salute). Se la storia insegna qualcosa, allora è il momento di NON RIPETERE GLI STESSI SBAGLI. Io me ne sono andato per cercar fortuna altrove. Non è la fine del mondo e non si possono mettere in repentaglio le vite degli altri per PURO EGOISMO.

Non criticate
Non criticate
9 anni fa

Caro ‘perplesso’ ti lamenti degli operai che si battono per ‘uno stipendio’? Quello è il loro stipendio..quello che gli consente di portare il pane a tavola e di portare avanti la famiglia. Quindi lottano per la sopravvivenza..xk a loro se chiude l’Edipower di certo non ci penseranno gli ambientalisti e di certo non ci penserete voi che li criticate ..se vi trovaste nella stesaa situazione fareste la stessa cosa statene certi…non andreste a protestare contro il vostro posto di lavoro ke vi permette ogni giorno di andare avanti…siete degli ipocriti a fare certi discorsi… State zitti piuttosto! Non volete il… Leggi il resto »

Gert dP
Gert dP
9 anni fa
Reply to  Non criticate

i suddetti operai sono quelli che si sentirebbero in colpa se usufruissero di un reddito di cittadinanza perché “se ne stanno con le mani in mano” ma non hanno sensi di colpa sapendo che il loro lavoro sparge veleni che minano la salute della collettività, persino dei loro figli. Wow.