Eros ha dieci anni e da grande vuole fare il pilota. Quello che, però, sulle due ruote fa le acrobazie. Ma Eros Aricò pilota già lo è. Da sei anni. E proprio lo scorso luglio si è qualificato tra gli otto siciliani che gareggeranno nelle tre prove finali del Campionato Italiano Motocross Junior. Un traguardo importantissimo per il piccolo milazzese che proprio in questi giorni si sta allenando per affrontare i tre appuntamenti. Il primo è fissato per il 5 e 6 settembre sul circuito di Castellarano. Poi il 12 e il 13 a Cingoli e il 19 e 20 a Ottobiano. Eros sarà l’unico rappresentante della 65 Cadetti. «Mio figlio – spiega il papà Stefano – durante le selezioni ha chiuso la prima fase in 15esima posizione. A Faenza, il 4 e 5 luglio, ha fatto registrare la propria miglior prestazione delle selettive grazie ad un 11° e un 12° piazzamento». Eros non parla molto. Ma il suo volto si illumina appena chiedi della sua passione. Neanche il papà Stefano riesce a contenerlo. In pochi minuti vuole raccontare tutta la sua storia nel mondo del Motocross. Cominciata quasi per caso. «Ho ricevuto la mia prima moto da cross 50 a cinque anni. E’ stato il regalo di Natale di mamma e papà». I suoi genitori volevano solo farlo divertire. Lui, invece, ha cominciato subito a fare sul serio. Sorprendendo tutti. «Si esercitava sulla spiaggia di Ponente – racconta il papà – cadeva e si rialzava. Senza nessuna esitazione. Ho capito subito che il suo non era solo divertimento. Da solo lui riusciva a fare tutto». Così a sei anni, sempre in spiaggia, prova la 65 dello zio. «Non riuscivo a cambiare le marce. Mi serviva l’aiuto di papà che doveva salire in sella con me. Ho provato talmente tante volte e ci sono riuscito». A questo punto Eros per allenarsi scende in pista. A Patti, proprio nella città natale del campione del mondo Tony Cairoli. Nel 2011, a sette anni, la prima gara. Nel campionato Uisp, dove con il permesso della Federazione ha gareggiato con ragazzi tutti più grandi di lui. Da qui per Eros, che a ottobre compirà undici anni, è stata una conquista dopo l’altra. Un successo dopo l’altro. A tal punto da mettere in difficoltà papà Stefano. «Eros ha bisogno di allenarsi spesso e per me non sempre è possibile lasciare il lavoro per accompagnarlo. Ormai io prendo le ferie solo in coincidenza delle gare». Sui circuiti regionali prima. Su quelli nazionali dopo. «Per non parlare dell’aspetto economico – continua – che non ero pronto a fronteggiare». Sacrifici che, però, vengono tutti ricompensati. «Ogni volta che c’è una gara – racconta Eros – partiamo con il nostro furgone. Io, papà e la mia moto. Sono viaggi lunghi e spesso anche stancanti ma quando ritorno a casa con una coppa in mano è sempre bellissimo». Trofei che Eros ama regalare. «Solo alcuni – dice – sono conservati nella mia stanza. Mi piace darli ai miei amici e soprattutto a chi mi aiuta». Eros ha una collana al collo che accarezza sempre quando parla. La stessa che indossa anche papà Stefano. Il ciondolo è il sette. Il numero con cui, fino ad oggi, Eros è sceso in pista. «Durante un allenamento a Giammaro – racconta il piccolo pilota – un ragazzo mi ha regalato questo adesivo che ho subito attaccato nella mia moto e non ho mai più staccato». Una specie di porta fortuna. «Eros – conclude papà Stefano – ha bisogno di allenarsi tanto. In molte cose, come in fase di partenza, commette ancora molti errori. Io per lui farò sempre il possibile. Ma mi spiace sapere che Milazzo e le sue istituzioni non diano a mio figlio l’attenzione che merita». Ma tutto questo a Eros non importa. Sorride, accarezza la collana e già pensa al prossimo allenamento.

Rossana Franzone