VIDEO. Lorenzo Italiano invita a tenere lontano da Milazzo i “sinistri”. Non si tratta di quelli stradali, ma – a suo giudizio – sempre di sciagura si tratterebbe se venissero eletti Carmelo Pino, sindaco in carica, o Giovanni Formica, entrambi del Pd. Nell’ultimo appello agli elettori prima del silenzio elettorale, Italiano, dal palco di Piazza Caio Duilio, si rivolge ai sostenitori. Lo fa con quello che ormai è diventato un suo marchio di fabbrica: toni che fanno risultare godibili i suoi interventi che mescolano passione, enfasi, battute dialettali, gaffe che fanno la felicità dei social. Tutte cose che piacciono a quella fascia elettorale a cui si rivolge (“gente del popolo”, la definisce Italiano) che difficilmente lo tradirà alle urne. Coloro che alla fine del comizio lo ha lanciato in aria, abbracciato, incitato. Sul palco, accanto a lui, solo giovani, molte ragazze, tutti candidati nelle sue liste o nominate nell’esecutivo. Ad aprire lo spazio dedicato alla coalizione (dalle 22 alle 23) è stato un ragazzo, Andrea Anania, che si è detto onorato di avere accanto «un maestro, un guru della politica». Poi ha lanciato un video, un omaggio dei suo ragazzi, che però non è partito ed è stato mandato in visione sullo schermo alle sue spalle alla fine dell’intervento («ma che ci sono i comunisti alla parte tecnica?», ha scherzato l’ex sindaco). Italiano ha ribadito le cose che ha ripetuto nel corso della campagna elettorale: ha parlato dei 59 cantieri che ha aperto durante la sua legislatura (2005 – 2010), fatto vedere sullo schermo le «foto di chi era accanto a me a inaugurare opere che ora si è venduto per uno sgabello ad altri». Si è soffermato sui «due soggetti del Pd» (“i sinistri”) che cinque ani fa per batterlo al ballottaggio si sarebbero fatti «la stampella l’uno dell’altro e ora si sono rinnegati». Ha attaccato il Pd (area Giovanni Formica) attribuendogli il fallimento della città poiché quando ha avuto la possibilità di firmare la sfiducia non l’ha fatto». Ha attaccato la “gente che cancia sigla» (lui è appoggiato da Forza Italia e da civiche che guardano al centro destra, la stessa area in cui ha sempre orbitato,). Ha parlato del dissesto voluto dal sindaco Carmelo Pino che costererebbe «80 mila euro al mese di rata» per un mutuo di 17 milioni di euro. «Io ho pagato 33 milioni di euro di debiti contratti dai miei predecessori», ha tuonato «il vostro Lorenzo». Ha promesso l’abbassamento delle tasse comunali («i commercianti di Milazzo pagano il 300% in più rispetto ai colleghi di San Filippo del Mela, ha affermato», un porto turistico da 1200 posti, ha promesso «alla signora Chicchina» di Santo Pietro che riaprirà il centro per anziani della frazione (a quanto pare lo gestiva «con amorevole cura»). Infine l’amarezza per come è stato gestito il castello: «Ho utilizzato un finanziamento da 11 milioni di euro e «i baronetti» lo hanno utilizzato «per vendere pane ca muttadella».  GUARDA IL VIDEO: https://youtu.be/Jd5pcPq4Puc