Il caso della scuola elementare Domenico Piraino finisce alla Corte dei conti. La sentenza del Tar che accoglie il ricorso degli eredi D’Amico e impone al comune di restituire i terreni sui quali è stata costruita la scuola nel rione San Giovanni (o, in alternativa, il suo acquisto) è finita alla Corte dei Conti che dovrà vagliare le responsabilità di amministratori e politici. A scrivere alla Corte dei Conti è stato il deputato Tommaso Currò (clicca qui e leggi articolo precedente).

Carmelo Pino e Tommaso Currò

“Con immenso dispiacere e profonda amarezza ho appena appreso dagli organi di stampa la notizia dell’ennesimo giudizio in cui il Comune di Milazzo è risultato soccombente innanzi l’autorità giurisdizionale amministrativa – scrive – Mi riferisco alla sentenza n. 2599/2013 del Tar Sicilia in forza della quale il Comune di Milazzo è stato condannato ad abbattere, o in alternativa a riacquistare, una scuola elementare con tanto di annessa palestra che lo stesso ente comunale aveva costruito appena un decennio fa. Un fatto d’inaudita gravità. Un danno ed una beffa per le asfittiche casse comunali interessate peraltro da procedura di dissesto. Un nuovo ingiustificato esborso di milioni di euro difficilmente reperibili in tempi di crisi e che peraltro avrebbero potuto essere investiti per completare altre opere pubbliche incompiute, tra tutti gli eterni lavori al Lungomare di Ponente, o piuttosto per avviare ulteriori cantieri, penso ad esempio alle opere idrauliche necessarie per risolvere la secolare problematica degli allagamenti nella Piana di Milazzo. Un caso di evidente sperpero di denaro pubblico che non può e non deve rimanere senza un’accurata disamina delle responsabilità. E’ per questo motivo che ho deciso, per ovvie ragioni di trasparenza e di giustizia, di adire la magistratura contabile, affinché la Procura regionale della Corte dei Conti faccia una volta e per tutte chiarezza per valutare l’esistenza o meno di responsabilità contabili e di eventuali danni erariali”. Secondo la sentenza del Tar di Catania n. 2599 del 9/10/2013 il danno sarebbe legato alla delibera del 1997 con cui il sindaco dell’epoca ha disposto la proroga per ulteriori due anni l’occupazione del terreno in questione.