“Mylae Classic – concerto per pianoforte” è il titolo dell’evento benefico promosso dal Leo Club di Milazzo venerdì 12 dicembre alle 21 al Teatro Trifiletti. Una serata all’insegna della musica classica grazie alla presenza del pianista Paolo Andrè Gualdi, che sbarca nella cittadina mamertina direttamente dagli Stati Uniti d’America. Lo spettacolo, patrocinato dal Comune di Milazzo e organizzato in collaborazione con l’associazione Darshàn, Image ed Europa Due Media & Congress, sarà presentato dal giornalista Massimiliano Cavaleri e da Pierpaolo Ruello; il ricavato è destinato al Centro Clinico Nemo Sud di Messina per l’assistenza alle persone affette da malattie neuro-muscolari. Durante la spettacolo sarà sorteggiato un esclusivo gioiello di Gerardo Sacco, che sarà presente alla serata per consegnare in persona l’omaggio. Sostenitori della manifestazione anche Eolian Milazzo Hotel, Pachamama, Explorer Informatica, Farmacia Vece, Famulari, Confetti D’Alessandro (Per info e biglietti contattare 340.9363006, 327.0395511 e 336.887224; il costo è 10 euro). La nostra redazione ha incontrato il musicista Paolo Andrè Gualdi per conoscere meglio questo talentuoso artista definito “il pianista sotto l’oceano”.

GUaldi

Lei ha una grande passione per il mare e le immersioni, in apnea fino a 25 metri e con le bombole fino a 40-45 metri. Tra i suoi migliori amici c’è anche Simone Arrigoni, pluriprimatista mondiale di apnea (456 metri “foot push”). Ci siamo chiesti che cos’è che spinge un affermato pianista, che ha dedicato la sua vita interamente alla musica, ad amare un luogo in cui invece predomina l’assenza di suoni?

Da sempre ho avuto un profondo amore per tutte le espressioni della Natura, specialmente per il mare e le sue creature. Piu’ che il silenzio a me piace l’aspetto visivo e le sensazioni fisiche dell’essere sott’acqua, l’incontro con questo ambiente a noi in parte estraneo. E poi mi affascina anche la ricerca di un equilibrio, sia mentale che fisico, per raggiungere delle apnee soddisfacenti così da poter godere in maniera totale dell'”abbraccio” del mare. A pensarci bene, anche il silenzio è musica. In particolare, le pause sono una parte essenziale e a volte determinante di un brano musicale. E il silenzio sott’acqua é una musica unica…

E già stato in Sicilia? E se si, qual è il suo ricordo più bello? Ha già avuto modo di fare delle immersioni nei nostri fondali? Ha già in programma un’immersione subito dopo il concerto al Teatro Trifiletti?

Ho visitato la Sicilia più volte, sia per piacere che per lavoro. Ho suonato a Ragusa e Modica, e molti anni fa partecipai all’Ibla Grand Prize, vincendo una borsa di studio che mi portò qui in America per 4 mesi, esperienza che poi influenzó enormemente il mio cammino musicale. In Sicilia, a Balestrate per la precisione, ho anche avuto il piacere di fare da assistente in acqua al mio amico Simone Arrigoni in uno dei suoi tanti record di apnea. Una grande emozione! Purtroppo non ho mai fatto immersioni nel vostro splendido mare. Fare una immersione notturna dopo il concerto la vedo dura… ma la mattina seguente sarei prontissimo per andare sott’acqua!

Il repertorio della serata prevede un programma con le opere di Liszt e Chopin. Cosa hanno in comune questi due compositori? Quanto incidono la vita privata e le esperienze personali sul percorso artistico di un musicista? Qual è il valore che un pianista dei nostri tempi, aperto a diversi generi e sottoposto a continue contaminazioni musicali, dà all’interpretazione e quindi all’esecuzione di queste opere?

Grazie ai molti documenti storici che hanno sopravvisuto al tempo (lettere ed altre testimonianze), sappiamo che Liszt e Chopin erano amici e che, artisticamente parlando, avevano un enorme rispetto l’uno per l’altro. E’ interessante per esempio notare che alcuni dei pezzi di Chopin che suonerò a Milazzo (gli studi Op. 10) furono dedicati proprio a Liszt. Credo che le proprie esperienze incidano enormemente sulla nostra sensibilità artistica. Credo fermamente nel vivere la propria vita, per poter fare esperienze al di là del pianoforte e quindi avere qualcosa da “raccontare” attraverso la musica. Sono molto scettico quando si parla di musicisti che studiano 8-9 ore al giorno, facendo enormi rinunce personali (tranne in alcuni casi, come in preparazione di grossi concorsi). Penso che si rischia di diventare molto “asciutti” e troppo concentrati sull’aspetto tecnico e accademico del suonare. Un buon equilibrio tra questi aspetti tecnici e il curare il proprio istinto musicale oltre alla propria sensibilità (sia che sia andare a vedere una mostra, o magari fare una passeggiata in un bosco) secondo me è alla base dell’essere un musicista interessante, che ti comunica emozioni, e che quindi ti lascia qualcosa. Proprio in questo senso credo sia importante ascoltare tanti generi musicali, anche se spesso non abbiamo un diretto collegamento tra i generi. Ossia, sono dell’idea che ascoltare Ella Fitzgerald non possa influenzare l’interpretazione di una sonata di Beethoven, ma allo stesso tempo, in maniera forse inconscia, lo stesso ascolto può contribuire ad allargare la “tavolozza” emotiva e creativa.

Da più di dieci anni vive a Florence, dove oltre al ruolo di insegnante di piano, presso la Francis Marion University, svolge anche un’intensa attività come direttore artistico di un importante festival: il South Carolina Chamber Music Festival. Può dirci qualcosa su questi due aspetti della sua attività professionale? Come riesce a coordinare gli impegni con l’attività concertistica che la vede spesso in viaggio? Il suo ultimo concerto e quindi il suo ultimo viaggio?

Adoro diversificare la mia attivitá musicale, e quindi mi sento molto fortunato di poter vivere la musica su piú fronti. Il SCCMF é nato quasi per caso tre anni fa e si sta espandendo, e questo mi rende molto soddisfatto anche se l’organizzazione degli eventi mi impegna tutto l’anno, nonostante essi avvengano solo nell’arco di una settimana. Per quel che riguarda il concertismo puro, é sempre stato un mio sogno fin da piccolo, anche se con il solito misto di amore e odio visto che sono molto emotivo. Ciononostante, suonare in pubblico mi ha dato e continua a darmi innumerevoli soddisfazioni, prima tra tutte l’entusiasmo del pubblico. Oltretutto adoro combinare la mia passione per la musica con quella dei viaggi. A questo proposito, proprio una settimana fa ho avuto il piacere di visitare Rio de Janeiro, un sogno che avevo fin da piccolo. Ho dato una Master Class ed un recital solistico alla Università Federale dello Stato di Rio de Janeiro. Il pubblico brasiliano é tra i piú caldi in assoluto, ed é stato veramente un piacere suonare lí. Quindi, gli impegni sono tanti… ma le soddisfazioni di piú!

Progetti per il futuro?

Un nuovo CD dedicato a due compositori, uno barocco quasi sconosciuto Platti e l’altro Schubert (l’ultimo CD, uscito pochi mesi fa, contiene invece le opere di un compositore che amo particolarmente, Franz Liszt, ed è reperibile online per tutti gli amanti del genere sul mio sito www.pagualdi.com. Fra i tanti progetti futuri, ce n’è uno a cui tengo particolarmente ancora in via di definizione. Un progetto filmico sul mare e le immersioni che trae spunto dal libro scritto da Francesco Saverio D’aquino, Luca Lucarini e Fabio Perozzi, appassionati come me del “mondo sommerso” (autori di “Oltre il relitto” e di “Blu Estremo – Oltre l’immersione profonda” – casa editrice Magenes) e nel quale per l’appunto spero di poter curare la colonna sonora… in altre parole mi piacerebbe tradurre in musica “l’assenza di suono”!