VIDEO. «Sarebbe facile dire che l’avevamo detto». Così Peppe Marano, portavoce provinciale dei Verdi, ha esordito davanti  ad un migliaio di cittadini nel suo primo intervento in piazza dopo l’incidente alla Raffineria di Milazzo. Marano ha un conto in sospeso con la Ram che lo ha querelato per diffamazione e allarme sociale. Metteva in dubbio la sicurezza degli impianti e le continue esalazioni nocive ai danni della cittadinanza. «Dopo questo comizio querelatemi nuovamente, così facciamo facciamo un milione di euro, cifra tonda» ha sfidato indossando una maglietta verde con la scritta: “No Raffineria chi inquina deve pagare”. Marano salito sul palco di PIazza Caio Duilio con alcuni esponenti del “Comitato Popolo inquinato” (Silvana Giglione, Giusy Marcellini, Davide Canevari, Raffaella Spadaro), ha ospitato anche interventi di Saverio Gitto, Filippo Lipari e dell’avvocato Rino Picciolo.

Al centro Peppe Marano

“Noi lo avevamo detto mesi fa, avevamo lanciato l’allarme. Quello che è accaduto alla Raffineria di Milazzo è di una gravità inaudita – ha affermato in apertura -. Avevamo parlato di mancata sicurezza, stavolta c’è stato il timore del disastro. Ci hanno salvato i venti, perché si sarebbe potuto scatenare un effetto domino catastrofico”. Marano davanti ad un pubblico che ha applaudito in più occasioni, ha sciorinato tutti i suoi cavalli di battaglia (piani di sicurezza, emissioni fuggitive, class action per avere risarcimenti, scarsa incisività di Legambiente).  «Nessuno ci ha spiegato cosa fare – ha continuato Marano – Tutto questo è vergognoso. Per tutelare la collettività basterebbe chiedere il riesame delle autorizzazioni integrate ambientali rilasciate alla Ram. Questo avrebbe dovuto farlo il sindaco Pino». Marano ha sottolineato che lui non chiede la chiusura della raffineria ma la riconversione in ottica Green come avvenuto – sostiene lui – a Venezia con la stessa forza lavoro (Bio raffineria). Poi ha sottolineato che verrà aperta una sede in Marina Garibaldi per incontrare gente e dargli assistenza legale nell’ottica del principio “chi inquina deve pagare”. Ha sottolineato che non si candida, ma se i comitati (di cui è leader) glielo chiederanno non si tirerà indietro. Secondo gli addetti ai lavori i fac simile sono già pronti. Sempre travolgente Silvana Giglione che con i suoi interventi da predicatrice tenta di coinvolgere specialmente le mamme («Chi si candiderà a sindaco senza parlare di riconversione della Raffineria o è un colluso o un corrotto»). Singolare l’intervento dell’avvocato Rino Picciolo (video) consigliere comunale del Pci quarant’anni fa,  che ha raccontato tra il serio e il faceto la notte dell’incendio (della sua gatta). C’è chi si è affidato alla Madonna, lui ad una immagine di Enrico Berlinguer. GUARDA IL VIDEO