IL COMMENTO. Quali sono i parametri per definire il successo di una Notte Bianca come quella di Milazzo? Il numero dei visitatori? Il numero degli scontrini emessi dalle attività commerciali? E se hanno lavorato solo bar e rosticcerie? Difficilmente si troveranno risposte univoche su questi quesiti. Parliamoci chiaro: non ci credeva nessuno. Non ci credevano i commercianti che hanno lesinato contributi, non ci credeva il Comune che ha fatto slittare l’appuntamento del 9 agosto al 20 settembre, non ci credevano gli ambientalisti che contestavano la sponsorizzazione della Raffineria di Milazzo e su facebook pubblicano foto di strade deserte. A non avere un attimo di cedimento è stato solo ViviAmo Milazzo, l’associazione dei commercianti che sulla carta riunisce 150 operatori. In realtà a tirare dritto come un treno è stato Maurizio Capone, conosciuto non solo per le sue attività commerciali ma anche per avere ricoperto negli ultimi anni incarichi di amministratore comunale. Da solo, Capone, si è sobbarcato assieme a qualche altro collega “visionario”, l’immane organizzazione della Notte bianca di Milazzo. Ha inghiottito amaro quando il Comune gli ha negato la data concordata di agosto e rinviata a fine settembre. Come le famose “scimmiette” ha fatto finta di non vedere, sentire e si è tappato la bocca davanti a chi gli rimproverava di fare questo solo per fini politici. Ha seguito personalmente l’affissione nel porto di uno striscione pubblicitario dell’evento multato – a quanto pare – dallo stesso comune che lo patrocinava. Come si vede dalle foto (cliccate sull’immagine a destra e scorrette con la freccetta), per quasi tutta la notte, le strade della Marina Garibaldi, Via Medici, Piazza Duomo, Piano Baele, via Cumbo Borgia sono state popolate da migliaia di persone. Parlare di numeri è complicato, non essendoci una dato ufficiale e certificato. Non si sbaglia, però, se di dice che nel momento di maggiore afflusso, attorno alle mezzanotte, ci potessero essere almeno 7 mila presenze per le vie del centro e nei locali che letteralmente “esplodevano”.

Via Medici

Marina garibaldi

Piazza Duomo

Striscione della Notte Bianca

maurizio Capone

Mancava l’evento clou, l’attrazione attorno al quale creare eventi minori (il cantante famoso, la mostra esclusiva) ma ViviAmo Milazzo (alias Capone), con la collaborazione di associazioni culturali, è riuscita a mettere insieme una serie di piccole “isole” che hanno reso gradevole anche una semplice passeggiata: balli di gruppo nell’atrio del Carmine, mostre di foto e quadri nella pescheria, artigianato a Piazza Duomo, spettacolo musicale in Marina Garibaldi, canterini siciliani itineranti. Il classico matrimonio con pizza e fichi ma che è risultato più sostanzioso dei sontuosi banchetti dell’era Italiano i cui conti, ancora oggi, risultano indigesti. Ed è questa la strada maestra in tempi di crisi: piccoli eventi, artisti di strada, giochi per i bambini: solo così il centro cittadino potrà risorgere. Ma per fare ciò i commercianti dovranno uscire dal torpore in cui si trovano. Quanto è costata la Notte Bianca, si domandano in molti. L’associazione forse farà un resoconto prossimamente, a quanto pare poco meno di 20 mila euro di cui la metà, si vocifera, a carico della Raffineria di Milazzo che ha sposato l’evento per dare una mano d’aiuto ai commercianti in un momento di congiuntura e dimostrare che il turismo può convivere con la presenza di un polo industriale (l’iniziativa, ricordiamo, originariamente era prevista il 9 agosto). A quanto pare, però, i commercianti di Milazzo sembrano quei naufraghi a cui allunghi la mano dalla barca, ma loro la ritraggono. Il 50% dei negozi era chiuso. I proprietari sostengono che anche se c’è confusione non acquista nessuno. Ma l’obiettivo di una Notte bianca è quella di risolvere in una notte problemi di una vita? Forse l’obiettivo è quello di riportare gente in centro, fargli vedere vetrine, guardare capi di abbigliamento o borse che si compreranno in futuro, far capire che esiste una qualità diversa rispetto a quella offerta dai centri commerciali. Peccato che le saracinesche fossero abbassate e le luci spente.