Ex consiglieri Pd contro sottopasso nel porto: meglio il pontile a Giammoro 29 Luglio 2014 Cronaca Gli ex consiglieri comunali del Partito Democratico contestano l’ipotesi di collegamento tral’asse viario e il porto. E rilanciano il progetto di un pontile commerciale a Giammoro. L’amministrazione comunale Pino in collaborazione con l’Autorità Portuale aveva presentato nelle settimane scorse 4 ipotesi progettuali che prevedevono anche sottopassaggi. I consiglieri Antonio De Gaetano, Ciccio De Pasquale, Antonio Napoli, Letterio Nastasi, Orazio Saraò e Franco Scicolone «stupiti del fatto che l’amministrazione non ha minimamente interessato il nostro Partito su tale studio di fattibilità», sottolineano che «qualora interessati, non avremmo avuto esitazione alcuna ad esprimere la nostra contrarietà a tali ipotesi di soluzione poiché non praticabile nel già ristretto ed intasato tessuto urbano della città». L’ex gruppo consiliare del pd La soluzione dei consiglieri che scrivono in una lettera indirizzata ai vertici dell’Autorità portuale di Messina? Dare seguito al protocollo d’intesa siglato a Messina il 21 ottobre 2002 tra il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti e l’Autorità Portuale di Messina-Milazzo in merito alle procedure per i lavori di costruzione del pontile di Giammoro. Le firme apposte, nella sede dell’Authority, sono quelle del sottosegretario ai Trasporti del governo Berlusconi On.le Guido Viceconte, del dirigente dell’Ufficio del Genio Civile delle Opere Marittime di Palermo Ing. Lorenzo Ceraulo e del commissario dell’Autorità Portuale di Messina-Milazzo com. Giuseppe Venuti. Nell’arco di sei mesi doveva essere aggiudicata la gara per la realizzazione dell’infrastruttura, dall’importo globale di quasi 12 milioni di euro: opera cofinanziata da privati per oltre 3,8 milioni di euro e dallo Stato per 8 milioni di euro. Al momento della sottoscrizione il commissario Venuti aveva significativamente sottolineato che il pontile sarebbe nato come un’opera pubblica a beneficio di tutti ovvero del comprensorio industriale milazzese. Un ruolo decisivo a questa infrastruttura veniva affidato dalle allora acciaierie Duferco-Duferdofin, il cui direttore generale dell’epoca Agostino Conte aveva rivolto un forte ringraziamento per la volontà messa in campo dal Ministero, dall’Autorità Portuale e dal Genio Civile opere marittime. Il progetto, già allora munito del parere di V.I.A., prevedeva la realizzazione di una piattaforma lunga 182 metri e larga 32 disposta su un fondale marino di profondità degradante da 12 a 25 metri. La stessa sarebbe stata collegata a terra da un viadotto lungo 247 metri e largo 12,85 terminante sull’esistente sovrappasso, già collegato con l’esistente viabilità extra-urbana e con l’autostrada. I tempi di realizzazione: 24 mesi per le opere a mare e di raccordo, mentre i terminal a terra sarebbero stati eseguiti in anticipo rispetto al pontile. «Va proprio incontro alla superiore soluzione – silegge nella nota stampa – la petizione, già in Vostre mani, che 729 nostri concittadini hanno sottoscritto con la quale chiedono all’Autorità Portuale di impegnarsi al fine di procedere all’acquisto, in comproprietà con il Comune, del manufatto noto come “Mulini Lo Presti” ed ubicato nel cuore dell’area portuale, da destinare a stazione marittima. E’ impensabile, infatti, che proprio laddove dovrebbe incrementarsi il movimento dei cosiddetti mega-yacht, proprio da voi suggeriti, si innesti una movimentazione di tir che mal si concilia con il movimento di mezzi da diporto». Condividi questo articolo Facebook Twitter Email Print Whatsapp Linkedin Visite: 2.170 CONTINUA A LEGGERE SU OGGIMILAZZO.IT