Un occhio solo come il mitico Polifemo. Un ciuffo con tre capelli a rappresentare gli angoli della Trinacria. Niente è lasciato al caso in Gui, “semplice” personaggio partorito dalla mente di Gugliemo Bambino, artista messinese a tutto tondo, che con una sagace battuta riesce a raccontare meglio di un articolo il disagio di vivere ma anche la capacità di sorridere che è tutta di questa terra di Sicilia. Bambino è molto conosciuto a milazzo per avere insegnato all’Istituto statale d’Arte Guttuso. Ora Gui, nato 21 anni fa come vignetta nelle pagine del settimanale regionale Centonove, diventa protagonista di una mostra che si inaugura alla Caruso Gallery sul Lungomare Garibaldi, 12, venerdì 26 luglio alle 18.

Guglielmo Bambino

In esposizione trenta tele in cui Gui torna ad essere silenzioso come i primi anni della sua nascita. Nessuna battuta accompagna la tela, ma attorno a lui si snodano messaggi di intensa emozione e di autentica poesia tirati fuori da una tavolozza di colori che tagliano come bisturi per svelare una realtà urbana opprimente, fatta di palazzoni che sembrano cadergli addosso e di un mare senza orizzonti. La fatica è rimanere a galla e non farsi sommergere più che dall’acqua, dai liquami. Eppure, si intravede una speranza per questa umanità dove guizza un pesce palla perfetto da qualsiasi prospettiva lo si guardi e tanti altri abitanti dello Stretto che invece di saltare sull’acqua sembrano volare via. Dalla mano di Gugliemo Bambino il paesaggio si trasfigura e acquista spesso una nuova dimensione dove prende corpo la semplicità e il rifiuto della retorica, a dispetto dei simbolismi che pure dilagano sulla tela. Trenta opere che sono testimonianza di un percorso creativo nel mondo dell’arte e dell’umorismo ed affrontano temi di attualità per offrire una lettura ironica su argomenti molte volte tragici. E’ raro vedere nella singola vita di un artista compiersi un percorso così completo e costruttivo, servendosi delle tecniche e degli stili più disparati, padroneggiandoli con sapienza e mestiere, sempre più affinandoli.  Guglielmo Bambino ci riesce grazie a una felice padronanza delle tecniche che nulla toglie all’istinto. Le stesse trenta tele in mostra alla Caruso Gallery di Milazzo, sembrano di per sé un cammino, una evoluzione. Dal primo Gui dipinto su tela all’ultimo realizzato è come se per l’artista non fossero passati pochi mesi ma anni in cui il cerchio si chiude. Ma la vena resta inesauribile.