ESCLUSIVO. Nel 1998 avrebbe abusato sessualmente a Milazzo di un bambino di 10 anni, oggi, con la prescrizione del reato, non può essere condannato penalmente ma dovrà risarcire i danni dal punto di vista civile. A sentenzialo è stata la Corte d’Appello di Reggio Calabria che ha messo la parola fine ad un doloroso procedimento lungo 16 anni. L’uomo, G.C., era stato condannato a 7 anni di reclusione il 2 ottobre 2007, quattro anni dopo, in Appello, è giunta l’assoluzione (perché il fatto non sussiste). Ad opporsi alla sentenza erano stati il procuratore generale e la famiglia del minore costituitasi parte civile con il legale di fiducia, l’avvocato Pinuccio Calabrò. Così la parola è passata alla terza sezione penale della Cassazione che il 19 aprile 2012 ha annullato la sentenza di assoluzione inviando il fascicolo a Reggio Calabria per il riesame.

I giudici calabresi, nei giorni scorsi, hanno condannato il milazzese al risarcimento danni da quantificare in separata sede e al pagamento delle spese processuali. Dal punto di vista penale non poteva più essere condannato per la prescrizione del reato. Le violenze sessuali oggetto del processo ai danni del minore sarebbero avvenute in luoghi diversi, in almeno dieci, quindici occasioni. G.C. era amico della famiglia e in questo contesto trovava sempre occasioni per rimanere solo con il piccolo. Secondo gli atti processuali lo prendeva a scuola e gli abusi sarebbero avvenuti a casa dell’uomo, al mare e, addirittura, all’interno di un circolo dedicato ad una squadra di calcio di serie A nel quale aveva libero accesso.