Ha lasciato i domiciliari per essere trasferito in carcere Salvatore Cuttone, 40 anni, arrestato nel gennaio 2013 a Milazzo con l’accusa di aver favorito la latitanza di Filippo Barresi, anch’egli catturato nella stessa occasione e latitante dal giugno 2011. La  Corte Suprema di Cassazione – II° Sezione Penale ha rigettato il ricorso presentato dal difensore. Durante l’arresto di Barresi, ritenuto esponente di spicco della mafia barcellonese, Cuttone avrebbe tentato di occultare la presenza del latitante in una villetta al Tono di Milazzo e di ostacolare l’attività di Polizia, impedendo l’accesso ai locali bloccando le porte e spegnendo tutte le luci.

Salvatore Cuttone

Soltanto l’intervento dei poliziotti, che accedevano all’interno della casa scavalcando una finestra ed operando al buio, aveva consentito di individuare e bloccare i due soggetti. Cuttone era stato sorpreso e fermato all’interno di un box doccia mentre Barresi era stato raggiunto all’interno del vano sottotetto al quale si accedeva mediante una piccola botola, dotata di scala estensibile, situata nello stesso locale dove era stato scovato Cuttone. In relazione a questi fatti, il Gip nel febbraio 2013 aveva emesso a carico di Cuttone un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per il reato di favoreggiamento personale aggravato del latitante Barresi. In seguito, nell’aprile 2013, il provvedimento era stato sostituito con i domiciliari.