Un porto turistico con pontili e centinaia di attracchi di yacht in Marina Garibaldi, tra la chiesa di San Giacomo e il Municipio. L’associazione “Amici di Milazzo” ritorna sullo sviluppo della nautica da diporto in città. Partendo da Vaccarella, dove sembra naufragato il progetto di un ennesimo porticciolo turistico, il sodalizio ricorda che ancora oggi nel Piano regolatore del Porto rimane l’ipotesi di un grande porto in Marina, struttura che non è stata realizzata esclusivamente per la mancanza di finanziamenti. Ecco la nota dell’Associazione:

Marina Garibaldi

“Si apprende con piacere che anche l’amministrazione si è espressa a favore dell’apposizione del vincolo etno-antropologico per il rione di Vaccarella – si legge – Gli approdi per la nautica sorti lungo il suo litorale configgono apertamente con la salvaguardia e la tutela del rione marinaro, né d’altra parte la loro localizzazione appare idonea sia per l’impossibilità del reperimento dei necessari spazi di servizio “a terra” , sia per il rischio alle mareggiate a cui sono peraltro sottoposti. Considerato che il turismo è la principale vocazione su cui scommettere, non si è certo contrari al mantenimento della nautica da diporto e anzi se ne auspica vivamente il suo sviluppo. Non è quindi posta in discussione il mantenimento della funzione diportistica, quanto semmai una sua idonea localizzazione ai fini dell’impatto socio-ambientale che una eventuale nuova infrastruttura può originare. Il Piano Regolatore Generale adottato nel 1986 e tuttora vigente, individua il nuovo sito per la nautica da diporto sul lungomare, tra il molo Marullo e la chiesa di San Giacomo. Anche tale previsione appare improponibile sia sotto il profilo economico, sia sotto quello ambientale. Appare superfluo evidenziare le inevitabili e devastanti conseguenze che essa avrebbe sulla passeggiata lungomare, e se l’ipotesi è rimasta inattuata a tutt’oggi è stato solo per la carenza di finanziamenti pubblici; tuttavia essa pende ancora come una spada di Damocle, infatti le recenti delibere del Consiglio Comunale ne confermerebbe la sua previsione nel redigendo Piano Regolatore del Porto. In seno al dibattito sviluppatosi attorno alla metà degli anni duemila da alcune parti si era anche prospettata l’ubicazione del porto hub lungo il litorale di Acqueviole. Sebbene tale soluzione riscontri il favore di coloro che si preoccupano ancora, e giustamente, dell’eventuale realizzazione del terminal di traghettamento con Gioia Tauro, questa non appare nemmeno la soluzione ottimale vista la vicinanza dell’insediamento industriale che ne tarperebbe ogni ipotesi di futuro sviluppo. Quale ubicazione migliore allora, se non quella già proposta 30 anni fa dal Consiglio Regionale all’Urbanistica in occasione dell’esame del primo Piano Regolatore poi bocciato, che proponeva «di riservare lo specchio acqueo portuale esclusivamente al traffico marittimo di tipo turistico e da diporto» (voto n.282 del 27 giugno 1984)? Nonostante la miopia politica di chi amministra questa città, quella appena citata rappresenta la soluzione più logica, economica e di facile attuazione: con la realizzazione di modeste infrastrutture nello specchio dell’attuale porto, al fine di evitare possibili interferenze con il traffico di collegamento turistico con le Eolie, e soprattutto di impatto ambientale nullo, potrebbero trovare migliore collocazione i pontili galleggianti oggi approntati sul litorale di Vaccarella, che potrebbero contare altresì su idonei spazi di servizio, attraverso un adeguato progetto di razionalizzazione del porto esistente. E’ sotto gli occhi di tutti la riqualificazione “indotta” dall’inserimento della nuova funzione diportistica a sud del molo Marullo, senza considerare i numerosi esempi di riqualificazione attuati ovunque nella penisola, oltre che in Sicilia. D’altra parte la funzione commerciale, se proprio fosse necessario mantenerla alla luce dello scalo già previsto in zona ASI, potrebbe trovare migliore collocazione, in ultima ipotesi, sul litorale di Acqueviole già destinato dal vigente PRG alla futura espansione portuale. Considerato che l’Autorità Portuale sarebbe pronta a spendere ingenti somme (si vocifera di ben 10 milioni di euro) per realizzare un tunnel sottopasso che dovrebbe collegare l’uscita dell’asse viario al porto, tanto inutile, perché non esistono impedimenti a realizzare lo stesso collegamento in superficie con una modesta spesa, quanto rischioso, perché sarebbe soggetto ad allagamenti, per quale ragione non dirottare tali somme in una più razionale organizzazione portuale e compatibile finalmente con le vocazioni ambientali del territorio milazzese?”.