Tecnicamente si chiama “Canone concessorio non ricognitorio” ma già in molti l’hanno ribattezzata “la Tassa sul palo”. Infatti la giunta municipale ha approvato lo schema di Regolamento comunale per l’applicazione del “canone concessorio non ricognitorio” previsto da una norma del nuovo codice della strada. Si tratta di una entrata patrimoniale che non graverà sui cittadini bensì andrà a tassare il business delle aziende che utilizzano il suolo pubblico pertinente alle strade di proprietà dell’Ente per scopi commerciali con fini di lucro. Un esempio sono i sottoservizi (reti luce e gas), le reti tecnologiche (fibre ottiche e telecomunicazioni), ma anche i pali dell’illuminazione pubblica e i tralicci. Sono tenuti al pagamento il concessionario o, in mancanza, l’occupante di fatto, anche se abusivo.

Nel caso di pluralità di occupanti di fatto, gli stessi sono tenuti in solido al pagamento del canone. Le occupazioni realizzate al di fuori della sede stradale sono comunque considerate come effettuate entro i limiti delle fasce di rispetto stradale e pertanto assoggettate al pagamento del canone. Il canone concessorio non ricognitorio è dovuto, per ciascun anno solare, per le occupazioni del demanio e del patrimonio stradale del Comune. L’Esecutivo ha poi modificato una delibera adottata dalla precedente Amministrazione nel 2008 relativa alla concessione degli spazi pubblici e di uso pubblico da parte di soggetti privati che impartiva una direttiva agli uffici competenti per determinare le autorizzazioni del suolo pubblico solo con carattere temporanea ai titolari di esercizi pubblici di somministrazione di alimenti e bevande, ritenendo che tale provvedimento contrastasse “palesemente con i criteri determinati dalle norme di rango superiore e che non consentono alcuna autonomia discrezionale per gli enti locali.