L’architetto milazzese Santi Romagnolo (parente dell’omonimo assessore comunale), subacqueo per passione, durante un’immersione nelle acque di Filicudi dove si trovava per delle escursioni ha ritrovato un reperto archeologico a dir poco singolare: un corno portafortuna del I secolo A.C. Romagnolo si trovava al seguito del “Apogon Diving Center”, in compagnia di molti associati dell’Aquatica Diving di Milazzo, e dell’archeologo  Philippe Tisseyre, funzionario della Soprintendenza del Mare di Palermo. A dare la notizia è stato il settimanale Centonove.

Santi Romagnolo con il corno del I secolo a.C.

«Doveva essere un’immersione ricreativa come tante altre,  ma si è rivelata qualcosa di più – ha raccontato Romagnolo alla giornalista Pamela Arena – Quel giorno il gruppo era numeroso e io, come quasi sempre avveniva, mi trovavo in coda; l’immersione prevedeva un’esplorazione dei fondali fino ad una profondità massima di 30 metri e durante la risalita che il mio sguardo fu attirato da un oggetto incastrato tra le rocce, che recuperai facilmente. Una volta riaffiorati in superficie, lo mostrai al mio amico archeologo e verificammo che si trattava di un oggetto in piombo di  circa 30 centimetri. Dopo una prima analisi ci rendemmo conto di aver portato a galla un interessante reperto, ovvero un corno in piombo di antichissima data. Solo dopo uno studio più approfondito, effettuato dallo stesso archeologo, si è potuto stabilire che l’appartenenza del corno risaliva al I secolo a.C.. Probabilmente si trattava di un oggetto che veniva utilizzato dalle imbarcazioni da guerra per fini scaramantici – continua Romagnolo – In ogni caso, considerata l’importanza del ritrovamento, avvisai subito la Soprintendenza del Mare di Palermo, consegnando  il reperto allo stesso Tisseyre”. La scoperta, ritenuta interessante, si è andata ad aggiungere a quella effettuata pochi giorni prima dallo stesso Romagnolo, ovvero  i resti di un’anforetta da viaggiatore di epoca romana risalente allo stesso periodo. «Tanti sono i fondali per lo più inesplorati, che possono ancora regalare delle emozioni come queste, nascoste tra le meraviglie della natura – afferma Romagnolo – Basti pensare a ciò che si può osservare in alcuni fondali della costa tirrenica e in particolare quelli di Milazzo che, nel tratto che va dal porto verso nord fino al Capo, offrono uno scenario fantastico tanto da attirare l’attenzione di molti appassionati. Il sub è l’osservatore più diretto dei fondali del mare – conclude Romagnolo – pertanto, là dove è possibile, cerchiamo di dare il nostro contributo per mantenere un ambiente marino ottimale, utile al mantenimento di un gran numero di specie». E di meraviglie, in questo tratto di mare ve ne sono tante: a partire dal quartiere Vaccarella dove inizia una vastissima prateria di Posidonia (pianta acquatica da non confondere con le alghe) che ha grande importanza nell’equilibrio dell’ecosistema marino; passando per la Secca di Ponente e Levante, zone di caccia dei grossi predatori, come i barracuda, ricciole e i dentici e sede di splendidi ventagli di gorgonie che qui si iniziano a trovare già intorno alla profondità di 25 metri, per poi giungere   allo  Scoglio Portella, meglio conosciuto come Carciofo, ove i fondali offrono scenari fantastici per la fotografia subacquea ed  in cui è possibile oggi ammirare pesci pappagallo,  stelle marine e un’incredibile varietà di molluschi come la Cratena Peregrina e le Vacchette di mare, fino a giungere al Tono, zona privilegiata per i sub neofiti.  E nell’ottica di questa mission l’Aquatica Diving Center di Milazzo ha messo a punto il progetto “Scuba Rangers” che prevede l’insegnamento dello snorkeling e dell’attività subacquea rivolta ai bambini ed ai ragazzi.