Accolte nella seduta di ieri alla Camera dei Deputati, tre richieste avanzate al Governo dall’onorevole milazzese Tommaso Currò e dai colleghi del gruppo Movimento 5 Stelle della commissione bilancio. Il si dell’assemblea di Montecitorio ha riguardato i temi dell’emergenza immigrati lungo le nostre coste, della delicata gestione dei fondi antiracket e dei pesanti vincoli in materia di patto di stabilità. Currò, nel sottolineare l’impegno dell’Esecutivo in favore dell’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, non ha mancato di evidenziare come nelle casse del Viminale siano ad oggi finiti ben 422 milioni di euro, «una quantità ingente di risorse, se si considera che nel periodo dal luglio 2012 sino alla chiusura di esercizio dell’anno medesimo erano state già impiegate e spese risorse per altri 246 milioni di euro». Da qui la presentazione di un emendamento del deputato di Milazzo approvato poi dalla Camera, con cui è stata imposta al ministro Alfano, entro il marzo 2014, una rendicontazione delle spese per far fronte alla gestione del fenomeno migratorio, evitando così che «qualcuno possa approfittare delle tragedie dei popoli migranti che chiedono soccorso ed aiuto».

Al centro tommaso curro’

Il deputato ‘5 stelle’ non ha mancato poi di manifestare la propria amarezza per l’attuale gestione dei fondi antiusura. «Ho avuto già modo di evidenziare nella discussione sulle linee generali – ha ricordato all’aula – come vi fosse una forte discrasia tra i numeri delle vittime del racket e dell’usura, in particolar modo tra la categoria dei commercianti, vittime che ascendono intorno alle centinaia di migliaia di unità, e i numeri delle pratiche accettate per l’accesso ai benefici del Fondo che, secondo i dati messi a disposizione direttamente dalla commissione di valutazione delle istanze per l’accesso, risultano sfiorare il migliaio su tutto il territorio nazionale». Ne è scaturito un ordine del giorno sostenuto da Currò ed accolto dal Governo affinchè venga riveduto, sotto indirizzo della commissione antimafia, lo strumento antiusura, ponendo così fine ad «una grave inadeguatezza dello strumento posto a disposizione delle vittime, che non consente – ha concluso il deputato milazzese – il pieno utilizzo delle risorse, tanto che quest’ultimo è ormai trattato come una sorta di bancomat di fine esercizio per l’Amministrazione centrale». Dure critiche sono state infine rivolte da Currò alle recenti iniziative del Governo che per far cassa ha riproposto le solite dismissioni del patrimonio pubblico ed un inopportuno inasprimento del patto di stabilità. Il primo rimedio, rivelatosi inadeguato già in passato e riproposto adesso per l’ennesima volta. Il secondo, doloroso per gli enti locali le cui casse già provate verrebbero a trovarsi in seria difficoltà. Da qui la necessità, avanzata da Currò e condivisa dalla Camera, di evitare l’inasprimento del patto stabilità di chiusura 2013 per i comuni che hanno affrontato la crisi migratoria. Molti comuni che hanno dunque fronteggiato la crisi “Nord Africa” saranno dispensati dai pesanti inasprimenti che avrebbero obbligato gli uffici competenti a far quadrare i conti nel breve tempo orami rimasto.