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Sono bastati appena vent’anni, questi ultimi due decenni, per trasformare, sia pure lentamente e tra mille contraddizioni, un pio desiderio in concreta realtà. Si parla da sempre di vocazione turistica a Milazzo, ma senza il supporto di fatti concreti, salvo qualche timido accenno negli anni Cinquanta, ai tempi delle iniziative ricettive dei Muscianisi, là dove poi sarebbe sorta “La Silvanetta”, o delle serate del night Grotta di Polifemo, che – prima di essere declassato al rango di sala da matrimoni – attirava una clientela esclusiva da gran parte dell’Isola. Poi il declino, fatte salve alcune lodevoli iniziative, come i tornei di tiro del Diana organizzati dal compianto Micio Sibilla o la nascita dei camping del Capo. E qualcosa in concreto si fece negli anni dei fasti merliniani, come la rinascita del Borgo (sia pure ai danni del restauro del Castello con la scellerata formula delle “opere connesse alla fruizione” della cittadella fortificata), l’appalto dell’asse viario, il Premio Regia Televisiva, che fece balzare Milazzo agli onori della prima serata su Rai Uno, e la nascita del Teatro al Castello, coi suoi concerti strappati a piazze di prim’ordine come Palermo e Taormina: chi ricorda i concerti di James Brown e Sarah Vaughan?

In molti rimpiangono oggi l’on. Merlino. Eppure, malgrado la pochezza della classe politica nostrana degli ultimi due decenni, spesso additata come la causa del dissesto appena dichiarato (anche se stento a credere che gli amministratori degli anni Ottanta fossero più virtuosi di quelli odierni), il rilancio concreto del turismo, quell’azione fattiva che trasforma la vaga formula della «vocazione turistica del territorio» in politiche concrete e reali, risale proprio a questi ultimi vent’anni targati perlopiù Pino e Italiano. Naturalmente con l’inevitabile contributo di un’imprenditoria privata coraggiosa e intraprendente. Ragioniamoci sopra.

E’ grazie a Pino che si sono definitivamente salvati i 7 miliardi di vecchie lire (quelli sottratti alle suddette «opere connesse») che hanno restituito ai Milazzesi (dopo ben 140 anni) il loro Duomo antico. Grazie a Pino si è avviato l’iter che ha consegnato alla Biblioteca Comunale ed alle manifestazioni culturali le eleganti sale di Palazzo D’Amico. Ed è in questi ultimi vent’anni che a questi due preziosissimi beni culturali si sono aggiunti un Antiquarium archeologico di tutto rispetto, il Teatro Trifiletti e il recupero di circa la metà della cittadella fortificata (indubbio merito, quest’ultimo, di Lorenzo Italiano). Cinque beni culturali recuperati in appena vent’anni – sia pure tra non poche contraddizioni e restauri non sempre adeguati – non è poco.

A ciò si aggiunga il miracolo, forse da tutti non ancora compreso, del minicrocierismo nelle Eolie. Correva l’anno 1993 quando Bartolo Taranto fondava l’omonima compagnia di navigazione. Al suo fianco il figlio Davide e il resto della famiglia. La nascita di Navisal faceva il resto. Oggi il minicrocierismo consente a Milazzo di strappare centinaia e centinaia di turisti alle Eolie, naturalmente in termini di pernottamento. Grazie alla minicrociere è possibile sottrarsi agli elevati costi di pernottamento alle Eolie, favorendo così i numerosi B & B nati come funghi proprio in questi ultimi vent’anni, le grandi strutture alberghiere appena rinate dalle ceneri dell’Eolian Inn e del Saverly e, tra gli altri, i piccoli alberghi sorti, sempre in questi ultimi vent’anni, grazie all’infaticabile iniziativa dell’imprenditore ittico Salamone.

Risale a questi ultimi due decenni, inoltre, la nascita di diverse agenzie di noleggio auto (Avis, Maggiore, Hertz, etc.), l’impianto di ben tre porticcioli turistici e la rinascita del quartiere marinaro di Vaccarella, con la sua antica “palazzata” restaurata e con l’istituzione di un organismo associativo, l’associazione dei pescatori “Nino Salmeri”, volto a garantire anche un aspetto decoroso e dignitoso al lungomare. Da ricordare, poi, il recente stanziamento di 200.000 euro per il recupero dei sentieri naturalistici del Promontorio e la rinascita della Fondazione Lucifero, coi vigneti di Planeta ed il miracolo “Gigliopoli”. Ed ancora i numerosi lidi balneari di Ponente, il servizio di custodia bagagli recentemente istituito dalla Central in via Luigi Rizzo e quello che la portualità garantisce ai turisti, come il nuovo terminal aliscafi Mylmare inaugurato lo scorso anno o l’altro che a breve aprirà i battenti in contrada Acquaviole. E poi il transito sempre più consistente di navi da crociera lungo l’estremità del Molo Marullo, che fa ben sperare per il futuro, come pure il rilancio della Grotta di Polifemo da parte dei suoi attuali proprietari, cui sembra manchi solo qualche autorizzazione per la riapertura della storica spelonca. E fanno ben sperare anche la prossima gestione diretta della raccolta dei rifiuti da parte del Comune, la recente rinascita della Proloco (ottima l’iniziativa del trenino che a breve percorrerà il più incantevole itinerario cittadino) e soprattutto la presenza della persona giusta al posto giusto: l’attuale assessore al Turismo Dario Russo. Certo, c’è ancora tanto da fare, a partire dalla non brillante gestione dei bus AST e dallo sfortunato appalto della riviera di Ponente, senza dimenticare il potenziamento dell’attualmente pessimo decoro urbano, l’assenza quasi totale di cura del verde pubblico (se non si provvederà per tempo le sterpaglie faranno scomparire i nuovi sentieri del Promontorio di cui sopra), la concreta ma razionale destinazione d’uso da dare a quell’enorme scatolone vuoto che al momento è il Castello ed il restauro del Palazzo del Governatore e dell’Asilo Calcagno, da destinare a spazio museale in cui raccogliere e preservare la secolare tradizione marinara di Vaccarella, piuttosto che farlo diventare – come pare si legga tra le righe del progetto esecutivo – una sorta di acquario digitale didattico completamente sganciato dall’anima e dall’essenza del rione marinaro in cui si trova. Bisognerebbe poi abbandonare per sempre talune idee scellerate, almeno in tempi di dissesto e di crisi economica, come la progettazione di un tunnel al Ciantro o quella dei collegamenti pedonali meccanizzati lungo le vie Mezzaluna e Porticella. Ciò nonostante i presupposti per far decollare il turismo a Milazzo ci sono ormai tutti. Grazie a questi ultimi vent’anni. Sprecare un’occasione così sarebbe un vero peccato.

MASSIMO TRICAMO