Il pm Paolo Guido ha dissequestrato tutte le filiali della società di poste private ‘Posta più’ (compresa quella di Milazzo) a cui erano stati messi i sigilli il mese scorso nell’ambito di un’inchiesta su una maxi truffa. Resta invece sotto sequestro la sede centrale, intestata a Graziella Torrisi che è indagata, oltre che per truffa, per la violazione della normativa che impone l’autorizzazione della Banca d’Italia alle aziende che gestiscono servizi di pagamento. Ancora sequestrati i conti correnti sui i quali c’è parte del denaro che gli utenti hanno versato per i pagamenti di bollettini postali mai arrivati a destinazione. La revoca del provvedimento non ha riguardato, invece, l’altra società finita sotto inchiesta, la ‘Servizi Postali’ di Nunzio Giangrande: sul suo conto corrente, aperto presso Poste Italiane, sono transitati, in sei mesi 30 milioni di euro. Le filiali sotto accusa si trovano su tutto il territorio nazionale, ma la ‘Servizi postali’ solo in Sicilia ne ha 50. L’indagine è nata dall’esposto di un’agenzia di Latina che appartiene al circuito Poste più che riceveva le proteste dei clienti che segnalavano intimazioni al pagamento da parte di fornitori come Enel, l’azienda del gas palermitana, nonostante avessero pagato le bollette. Nel tempo alla denuncia si sono aggiunte centinaia di querele di privati. L’inchiesta del pm di Palermo potrebbe allargarsi a tutte le società analoghe italiane che gestiscono abusivamente, senza cioè l’autorizzazione della Banca d’Italia, l’attività di servizi di pagamento. Gli investigatori non escludono la connivenza di alcuni direttori di uffici postali e stanno cercando di capire se la maxi truffa fosse finalizzata ad un riciclaggio di denaro sporco. Il pm ha delegato a un consulente informatico accertamenti sui sistemi di software delle due società e ha nominato un amministratore giudiziario. Secondo i primi accertamenti in Sicilia nessuna delle società che gestisce servizi di pagamento sarebbe in regola.