Ho appena conosciuto il nuovo rettore della chiesa del Carmine, don Lillo Maiorana. Sorpresa delle sorprese: mi aspettavo un sacerdote anziano, invece è un ragazzone di appena 27 anni, dinamico, brillante e fortemente motivato. Il meglio che ci si potrebbe aspettare dalla nuova Chiesa di Papa Francesco. Ha attirato la mia attenzione perché sembrava vestito di bianco, proprio come il Vescovo di Roma. In verità i suoi abiti neri erano insozzati dalla polvere dei calcinacci piovutagli addosso nell’intento di ripulire gl’interni della chiesa, inondati dalle tracce d’umido che in questi ultimi due anni (l’ultimo rettore, Padre Timoteo Azzopardi, lasciò per motivi di salute nell’aprile 2011) si sono estese ulteriormente, complice la mancata manutenzione ordinaria che richiede una costante pulizia dei pluviali periodicamente ostruiti dal guano dei numerosi volatili che popolano il soffitto dello storico edificio, il cui ultimo restauro risale al 1986, dunque a quasi trent’anni fa.

Don Lillo Maiorana

La situazione odierna della chiesa non è delle migliori. Le tracce d’umido nel soffitto sono aumentate in particolar modo sulla cantoria. Dopo la processione del Venerdì Santo sarà dunque necessario richiudere l’edificio per circa due mesi, allo scopo di procedere all’esecuzione dei lavori necessari per salvaguardare la pubblica incolumità durante le funzioni. Rimane tuttavia da sciogliere il nodo della copertura finanziaria, che non può non richiedere uno sforzo da parte di tutti, fedeli e non, soprattutto da parte degli imprenditori che operano in città. Già in questi giorni, intanto, la chiesa riaperta al pubblico dalle prime luci dell’alba sino a tarda sera – anche per consentire il ricambio e la circolazione dell’aria, nella speranza di contenere gli effetti dell’umidità – è meta continua di fedeli, che sostano persino durante l’ora di pranzo per raccogliersi in un momento di preghiera. Ad accoglierli il simulacro della Madonna della Pietà, che il prossimo venerdì sarà portato in processione per le strade cittadine. La presenza di un così giovane sacerdote, cui indirizziamo i nostri migliori auguri, e la disponibilità di ampi spazi nei locali del convento, tra tutti il vasto Salone dei Carmelitani prospiciente l’altrettanto ampio atrio del Carmine, lasciano ben sperare in un ripopolamento giovanile della chiesa, che potrebbe così tornare ai tempi d’oro di fine anni Settanta, quando centinaia di ragazzini frequentavano le attività ricreative dei Carmelitani, dal piccolo cinematografo ai tornei di ping pong.

MASSIMO TRICAMO