Maggiore trasparenza e più informazioni ai cittadini per evitare inutili “allarmismi e speculazioni”. E quanto hanno promesso i vertici delle industrie del comprensorio di MIlazzo, dalla Raffineria all’Edipower, nell’ambito di un tavolo tecnico convocato stamattina dall’amministrazione comunale. Il sindaco Carmelo Pino ha convocato l’incontro per un confronto con i gestori degli impianti, l’autorità preposta al rilascio delle autorizzazioni ambientali, Arpa e Asp. Alla riunione hanno partecipato lo stesso sindaco, il responsabile del 3° ufficio di staff, Domenico Lombardo, con i funzionari Franco Otera e Torre, il dirigente della Provincia, Carolina Musumeci, il direttore dell’Arpa, Antonino Marchese, il capo centrale Edipower, Salvatore Marchese, il direttore generale della Raffineria, Gaetano De Santis e il direttore tecnico Pietro Maugeri, il responsabile impianti, Alessandro Di Paola, Sebastiano Pistorio per l’Asp 5 ed Giuseppe Florio del dipartimento di prevenzione dell’Azienda 5 di Messina. Assente l’Ufficio speciale.

L’incontro al Comune

In apertura il sindaco Pino ha chiarito lo scopo del tavolo, convocato prima che l’Ufficio speciale aree ad alto rischio revocasse in autotutela il decreto concernente appunto le linee guida per il contrasto delle emissioni gassose in atmosfera delle attività ad impatto odorigeno (l’apertura del tavolo era previsto dalla normativa). “Abbiamo appreso in data successiva alla convocazione di questo incontro che l’ufficio speciale ha revocato il decreto adottato lo scorso maggio sulla base di una serie di ricorsi giurisdizionali, ma ho voluto ugualmente questo momento di confronto per avviare un nuovo percorso finalizzato ad affrontare una problematica particolarmente sentita che necessita di approfondimenti e conoscenze tecniche”. Nei vari interventi è stata concordata la necessità di questa collaborazione anche attraverso un potenziamento dell’attività di informazione ai cittadini e le industrie in tal senso si sono impegnate a fornire tutte le delucidazioni in tempo reale al fine di evitare “allarmismi e speculazioni”.