C’era una volta il PalaDiana, ma anche il Teatro al Castello. Così racconteremo un giorno ai nostri figli, quando descriveremo loro due strutture che tanto hanno fatto per promuovere l’immagine turistica di una Città che col “Premio Regia Televisiva” balzò agli onori della prima serata su Rai Uno e che col “Primo Festival dell’Opera Lirica Siciliana” accarezzò l’ugola d’oro del tenore José Carreras. Ma erano altri tempi, quelli delle kermesse di Sarah Vaughan, James Brown e dei fasti dell’età merliniana, quando i soldoni a Milazzo arrivavano, eccome. Poi ci fu il PalaMastio. In pochi oggi se ne ricordano. La sua fu un’esistenza alquanto effimera, appena qualche settimana. Fu innalzato nel gennaio 1999 al Castello, entro la corte del Mastio, dall’Amministrazione presieduta dall’allora sindaco Carmelo Pino.

Non bastarono le possenti mura normanno-sveve a proteggerlo dalle intemperie che in un sol giorno lo spazzarono via, gettando alle ortiche 57 milioni di vecchie lire, oltre a 13 milioni spesi per la fornitura di due generatori di aria calda che avrebbero dovuto riscaldare la tensostruttura. Di lì a poco la stessa Amministrazione non avrebbe esitato a gettare alle ortiche altri 85 milioni di vecchie lire, in un intervento di manutenzione ordinaria delle ali sud ed ovest del Mastio, i cui locali furono dotati di infissi, porte antipanico ed altri accessori, ma mai utilizzati. Furono anzi abbandonati al degrado: dopo appena un anno presentavano gli infissi già fracidi, con vetri rotti, mentre il guano dei volatili e l’incuria generale facevano il resto. Spese milionarie che oggi dovrebbero far meditare e riflettere nel ricercare le origini del dissesto, che tra non molto costringerà i Milazzesi a versare i tributi comunali con le aliquote massime previste dalla legge. E poi ci fu il nuovo Teatro al Castello. Bello, magnifico, imponente, con più posti del precedente ma senza parcheggi e senza un solo spettacolo. Costò solo 4 milioni e mezzo di euro, sottratti in gran parte al restauro della cittadella fortificata. Promosso da quella stessa Amministrazione che anni prima aveva ideato il PalaMastio e che ancora una volta si ostinò a sfidare la forza dei venti in uno dei luoghi più esposti , il declivio del bastione delle Isole. Peccato che questo nuovo teatro all’aperto sia stato realizzato nel bel mezzo del dissesto finanziario, quando i fasti dell’età merliniana erano finiti già da un pezzo e quando il Comune non solo non era in grado di allestire un solo spettacolo, ma non era nemmeno in grado di pagare l’utenza elettrica dell’altro teatro, il Trifiletti. Per rimediare si tentò allora di chiedere aiuto ad altri enti. La Provincia rispose picche, essendo ormai prossima al default. Si decise allora di chiedere aiuto all’assessore regionale al Turismo Battiato, che però fece spallucce rispondendo: «non c’è un euro, hanno rubato tutto». Magra consolazione: il grandioso teatro all’aperto venne utilizzato una dozzina di volte dalle scuole cittadine per le recite di fine anno scolastico. Abbandonato al degrado, venne presto avvolto dalle erbacce, fin quando non si decise di affidarne la rimozione ai privati. Proprio come era stato fatto nel 2013 per lo smantellamento del PalaDiana e del caro vecchio Teatro al Castello.

MASSIMO TRICAMO