Il Liceo statale “Impallomeni” è stato occupato dagli studenti. Il blitz è avvenuto stamani quando gli alunni della sezione scientifico di via Valverde si sono recati alla sede centrale di via Risorgimento per un’assemblea e hanno ufficialmente dato vita alla protesta. Davanti alla struttura scolastica sono stati affissi striscioni con slogan contro il governo nazionale.

 

il liceo impallomeni

“Potete tagliarci i fondi ma non la lingua”, si legge in uno. Stasera gli studenti del liceo hanno diramato un comunicato: “Nella mattinata di oggi, dopo un’assemblea autogestita davanti al liceo a cui ha preso parte la stragrande maggioranza degli studenti, si è deciso unanimemente per l’occupazione della struttura – scrivono – Dopo la partecipata manifestazione di giorno 24 novembre che ha visto scendere in piazza oltre 500 persone, la nostra occupazione si colloca in un ampio panorama nazionale che vede gli studenti medi come la soggettività più forte e più organizzata nelle lotte che stanno aprendo questo caldo autunno. Studenti e studentesse di Milazzo, insieme ai compagni e alle compagne di tutta Italia, alzano la voce contro i tagli, la dequalificazione e l’austerity: l’obiettivo è riprendersi le scuole e i luoghi dove gli studenti producono ricchezza ogni giorno. La scuola è diventata un laboratorio autogestito di condivisione del sapere: ognuno può mettere in comune le proprie conoscenze attraverso corsi di ogni genere, che lasciano spazio non solo all’attività ludica ma anche alla formazione culturale, cinematografica, professionale, storica e politica. Attraverso questa riappropriazione della scuola si contesta lo stato di incuria delle strutture, causato dai tagli, la privatizzazione del sapere che non è più pubblico ma sempre meno accessibile. Questa non è solo una denuncia ma una lotta per tutti gli aspetti di un’esistenza precaria che è già iniziata e che sarà sempre più opprimente nel passaggio alla realtà universitaria e lavorativa. Per questo chiediamo che il Dirigente scolastico ci permetta di lottare per dei diritti che non interessano solo noi, ma, in maniera diretta anche lei e dipendenti pubblici che lavorano per la scuola e l’istruzione”, conclude la nota.