Cosa si nasconde dietro la chiusura improvvisa dell’asilo comunale ex omnia Walt Disney di Via Impallomeni? E’ vero che si è registrato un calo di iscrizioni? Leggendo la nota dei Dem a firma di Giovanni Formica, le cose non sarebbero come ha rappresentato l’amministrazione del sindaco Carmelo Pino in un comunicato stampa. Anzi le cose sarebbero completamente diverse. Il comune avrebbe fatto un pasticcio con il personale ausiliario. Ecco la nota integrale:

 

L’asilo chiuso

 

“È deprimente registrare come l’amministrazione Pino stia scientificamente smantellando quel poco di servizi rimasti ai cittadini milazzesi – scrive Giovanni Formica – La chiusura dell’asilo nido ex ONMI è l’ennesimo segnale del fallimento politico ed amministrativo di un sindaco che, asserragliato nel suo bunker, ha perso ogni contatto con la comunità che dovrebbe amministrare e che già da molti mesi gli ha di fatto ritirato la fiducia. Che poi questo smantellamento sia costruito sulla menzogna è fatto ancor più triste e grave in un momento storico in cui la gente chiede, giustamente, alla politica parole di verità e condotte trasparenti. Leggere che il nido chiude a causa del calo delle iscrizioni è un oltraggio alle famiglie e dimostra che si mistificano maldestramente i dati per coprire chiare responsabilità politiche. Poiché siamo certi che anche stavolta ci si risponderà che nulla di quello che diciamo è vero e che strumentalizziamo per chissà quali biechi interessi politici, proviamo a fornire qualche numero, in maniera che ciascuno possa farsi un’idea della situazione. Nel corso di questi anni di governo Pino, le rette degli asili nido sono aumentate sino a raggiungere, nello scaglione più alto, la cifra impressionante di 200 euro al mese. Parallelamente, sono stati tagliati i servizi, al punto che già dalla fine dello scorso anno scolastico è stata sospesa la mensa. Già questo sarebbe sufficiente a giustificare un calo delle iscrizioni, non già come conseguenza di una insolita congiuntura astrale, bensì come effetto fisiologico di un preciso disegno politico di smantellamento del servizio. Ma i milazzesi sono ostinati e, memori della straordinaria qualità offerta dagli asili comunali, non hanno rinunciato ad iscrivere i bambini, anche per l’anno in corso.

È così accaduto che il 3 luglio di quest’anno il comitato di gestione ha approvato le graduatorie con i dati che seguono.

Asilo nido ex ONMI: 14 domande per lattanti a fronte di 12 posti; 32 domande per semi-divezzi a fronte di 24 posti; 18 domande per divezzi a fronte di 24 posti. Risultato: 54 domande su 60 posti disponibili.

Asilo nido San Pietro: 1 domanda per lattanti a fronte di 12 posti; 10 domande per semi-divezzi a fronte di 24 posti; 10 domande per divezzi a fronte di 24 posti. Risultato: 21 domande su 60 posti disponibili.

Pur innanzi a queste cifre, l’amministrazione non ha di fatto avviato il servizio all’asilo ex ONMI, tant’è che i nostri piccoli concittadini sono stati “accolti” per sole 3 ore al giorno e, naturalmente, senza servizio mensa, con ovvi, gravissimi disagi per le famiglie.

Ieri, poi, l’amministrazione ha comunicato la chiusura della struttura per carenza di iscritti, disponendo il trasferimento del personale e dei bambini a San Pietro.  Negli ordini di servizio, però, si legge che il provvedimento è adottato “stante l’assoluta mancanza di personale ausiliario”.

Cioè, in realtà, il sindaco non è stato capace di garantire la pulizia dei locali ed i servizi ausiliari. Altro che calo di iscrizioni!

A San Pietro, però, sono in forza 3 unità ausiliarie – a fronte delle 6 previste dalla legge – e precisamente cuoca, aiuto cuoca e addetta alla lavanderia. Nessuna, quindi, addetta alle pulizie.

Morale della favola: presto sentiremo parlare della chiusura anche del plesso di San Pietro.

Continuiamo a chiederci cos’altro deve accadere perché le forze politiche prendano atto che Milazzo sta morendo e decidano, con un sussulto di dignità, di restituire agli elettori la possibilità di scegliere un’amministrazione capace di invertire la rotta. Ci chiediamo pure, con sofferenza, perché un pezzo del nostro partito, il Partito Democratico, si ostini a rimanere complice silenzioso, con una o forse due presenze in giunta, di un Sindaco che nel 2000 avevamo, tutti insieme, saggiamente combattuto e mandato a casa e che, se è possibile, oggi si rivela ancor più inadeguato che nel passato.