Avrebbe dovuto rappresentare una delle diverse attrattive turistico-culturali di Milazzo. Il sito archeologico di via dei Cipressi, costituito da resti di capanne di epoca preistorica e contraddistinto da una grande tettoia ideata per proteggerne i reperti affiorati in superficie, giace invece abbandonato al degrado, tra le erbacce e l’indifferenza di chi invece dovrebbe valorizzarlo e renderlo fruibile alla collettività. Eppure all’inizio della scorsa estate era stata siglata una convenzione tra Comune e Sovrintendenza allo scopo di favorire finalmente l’apertura di questo sito culturale. Qualche mese dopo si procedette persino ad efficaci opere di giardinaggio che restituirono il giusto decoro ai resti di quelle capanne, dimora dei Milazzesi vissuti milioni di anni fa. Poi, col passare del tempo, il silenzio avvolse via via l’intera area archeologica, sino a farla quasi dimenticare.

Le capanne preistoriche di Via Cipressi

Certamente spiace constatare l’ennesimo disinteresse nei confronti di un patrimonio, quello archeologico, di straordinaria importanza per la riscoperta del nostro passato, patrimonio che, lungi dall’essere valorizzato e reso fruibile, viene abbandonato a se stesso, come attestano in modo inequivocabile anche gli scavi archeologici di via Ciantro, da anni abbandonati in prossimità del nuovo parco giochi, la necropoli tardo romana antistante il Duomo di S. Stefano, dove a distanza di oltre un anno non si è ancora provveduto a sostituire la copertura frantumata di una delle tombe, ed ancora la cisterna riemersa nel corso dei lavori di restauro del convento di S. Domenico al Borgo (il relativo vialetto è colmo di erbacce e rifiuti), e l’affascinante mosaico esistente nei locali del convento di S. Francesco di Paola, il quale da decenni attende di essere adeguatamente valorizzato. Tornando agli scavi di via dei Cipressi, auspichiamo che in prossimità della stagione estiva il sito venga reso finalmente fruibile.

 

MASSIMO TRICAMO