Quanti milazzesi fanno la raccolta differenziata? Sarebbe bello saperlo: peccato che nessuno sia in grado di fornire una risposta. L’assessore all’Ambiente Maurizio Capone non è ancora in possesso dei dati; la Dusty, la società che si occupa dello smaltimento e della raccolta dei rifiuti, nonostante Oggi Milazzo abbia richiesto i dati all’addetta alle relazioni esterne, non li ha mai ricevuti a distanza di settimane. Eppure conoscere le percentuali a quattro mesi dall’avvio del servizio, sarebbe interessante. Da un lato si potrebbe incentivare chi ha sempre fatto la cernita tra plastica, alluminio, vetro e carta; dall’altro, studiare strategie per convincere chi non ha mai cominciato.

Sarebbe bello capire il percorso di questo materiale: dove va a finire, in cosa viene trasformato? In passato l’esperienza è stata tutt’altro che positiva. I cassonetti venivano svuotati nello stesso compattatore e tutti i rifiuti andavano a finire in discarica. Una diffidenza che continua ancora oggi. Dal sondaggio di Oggi Milazzo, anche se non ha alcun valore statistico, si avverte un senso di disagio: il 38% ritiene che sia una “perdita di tempo” (ecco l’importanza di conoscere i dati); il 25,3% fa la differenziata “ma non si fida”. Decine di lettori si sono lamentati della scarsa diffusione dei cassonetti destinati al materiale da riciclare. Organizzare incontri nelle scuole o nelle parrocchie non serve a nulla se poi le famiglie non possono smaltire i materiali sotto casa. E tutta l’iniziativa rischia rivelarsi…di plastica.

 GIANFRANCO CUSUMANO