L’abbiamo intravista domenica scorsa in Marina Garibaldi. Il fil di fumo prodotto dalla sua imponente ciminiera si ergeva nel golfo di Milazzo alla fine di un lungo viaggio durato circa una settimana. La petroliera “Vladimir Tikhonov” era appena arrivata in prossimità della nostra penisola e la sua sagoma diventava sempre più nitida. Scontata la sua destinazione, un po’ meno la sua provenienza. Il suo procedere in direzione Spadafora ci faceva comprendere comunque che prima di attraccare ai pontili della Raffineria avrebbe dovuto attendere in rada qualche giorno. Incuriositi dalla sua inusuale lunghezza, abbiamo interrogato il web per saperne di più.

 

Ebbene, la petroliera, battente bandiera liberiana, è stata costruita nel 2006 presso i cantieri navali “Daewoo Shipbuilding & Marine Engineering” della Corea del Sud ed era considerata al momento del varo la più grande nave nella storia della marina mercantile sovietica e russa. Lunga 280,5 metri, pescaggio massimo 16,5 metri, è stata progettata per trasportare il greggio dalle regioni settentrionali del Mar Baltico durante l’intero corso dell’anno. Alcune foto la raffigurano infatti in navigazione nel mare ghiacciato. Di proprietà di una società armatrice moscovita, la “Sovcomflot”, la petroliera si è diretta verso Milazzo partendo dalla città di Novorossiysk, il più importante porto russo del mar Nero, peraltro da tutti considerato il porto petrolifero più trafficato dello stesso mar Nero. Dopo aver fatto tappa ad Istanbul, la “Vladimir Tikhonov”, intitolata alla memoria di un noto personaggio politico russo, ha navigato tra le isole greche dell’Egeo per poi giungere finalmente in Sicilia, circumnavigata per evitare di affrontare il trafficato Stretto di Messina. Una rotta, quella tra il mar Nero e la nostra Milazzo, che ricorda le lunghe navigazioni d’inizio Novecento del comandante Giovanni Rizzo (fratello dell’Eroico Luigi), che a bordo del più importante piroscafo della marineria milazzese, il “Siciliano” degli armatori locali F.lli Greco, caricava nei porti del mar d’Azof i grani destinati tra l’altro ai Molini Lo Presti.

MASSIMO TRICAMO