Non possiamo non condividere il disappunto e le lamentele di alcuni genitori del Borgo costretti a fare la spola coi propri figlioletti tra la chiesa del Rosario ed i locali dell’Orfanotrofio annesso alla Badia, dove attualmente si tengono le riunioni periodiche del catechismo. La chiesa del Rosario infatti non dispone al momento di locali adeguati. L’ampio stanzone annesso all’aula, sino a qualche anno fa adibito a Sacrestia ed Oratorio, è stato nel corso degli ultimi anni oggetto di un sostanzioso intervento di restauro che ha portato alla luce un eccezionale rinvenimento, un enorme serbatoio risalente alla tarda età romana verisimilmente utilizzato per l’immagazzinamento di derrate alimentari: adeguatamente valorizzato dalla sezione archeologica della Sovrintendenza di Messina è stato dotato di copertura a vetri ed, in parte, ricoperto con grigliato metallico.

La chiesa del rosario

 

Un’iniziativa che se da un lato ha reso disponibile un nuovo sito culturale destinato alla fruizione turistica, dall’altro ha sottratto alle attività parrocchiali uno spazio vitale, costringendo il parroco ad improvvisare la Sacrestia nell’attiguo corridoio ed i bambini del catechismo a fare la spola tra il Rosario e la Badia. Ma c’è di più. I recenti interventi di restauro al Chiostro, imporranno tra non molto la restituzione del corridoio – l’improvvisata Sacrestia – al Comune, che tuttavia cederebbe ai religiosi nuovi locali più spaziosi, attualmente in corso di restauro, adeguati per ospitare tanto la Sacrestia quanto l’Oratorio nonché le iniziative attualmente ospitate alla Badia. Una soluzione che apparentemente risolverebbe i problemi della parrocchia del Rosario, attiva sin dal Cinquecento col determinante contributo finanziario della Città di Milazzo e che proprio in questi ultimi anni sta vivendo un felice rilancio, attirando non pochi giovanissimi in una realtà, qual è quella della nostra Città, che ahimè ai giovani offre ben poco: oltre ad una cinquantina di bimbi e ragazzi, la parrocchia è frequentata quotidianamente da un nutrito numero di coristi. Ma ecco che sorge un altro problema, piuttosto antipatico a nostro avviso. Pare che la Confraternita del Nome di Gesù, che detiene l’artistico oratorio annesso alla chiesa del Rosario, abbia richiesto, sulla base sembra di norme contrattuali alquanto datate, la concessione d’uso del più spazioso dei locali attualmente in corso di restauro. Una richiesta che andrebbe a danneggiare l’attività parrocchiale del Rosario, relegandola ancora una volta a spazi angusti ed al ricorso perpetuo ed improprio alla vicina Badia, condannando anche in futuro i genitori dei bimbi del catechismo alla spola. Né vale ricordare che la parrocchia detiene al momento l’ampio salone coi reperti archeologici, luogo – recentemente adibito a finalità turistiche – assolutamente inadatto alle attività religiose, tanto più che la copertura in vetro che copre il suddetto serbatoio d’età romana si è recentemente lesionata. L’auspicio dunque è che i confrati del Nome di Gesù facciano un passo indietro, ricordando i principi di carità che disciplinano ed ispirano la propria Confraternita e facendo prevalere il buon senso in una Milazzo in cui le iniziative parrocchiali, proprio negli ultimi anni, stanno subendo uno spiacevole e continuo decremento: la recente chiusura della centralissima Chiesa del Carmine e la chiusura del Convento di S. Papino ne sono la prova più evidente.

MASSIMO TRICAMO