Nella home page del sito internet della Raffineria di Milazzo fanno bella mostra di sé quattro fotografie. Una raffigura tre operai che indossano i consueti dispositivi di protezione individuale; un’altra ritrae gli impianti con lo sfondo di una petroliera e della nostra bella penisola; le altre due, infine, raffigurano, rispettivamente, la Baia di S. Antonio, attualmente deturpata dai detriti lasciati dalla recente alluvione, ed un pescatore di Vaccarella intento a riparare la propria “rizza di pulivèmmu” (rete di lenza, ndr). In un precedente mio intervento auspicavo, da cittadino, un comunicato-stampa da parte dei vertici del complesso industriale di contrada Mangiavacca al fine di «respingere in modo secco ed energico» dicerie ed illazioni che circolavano con insistenza in città, onde «allontanare i dubbi ed i sospetti, rassicurando la popolazione». Ebbene, recentemente la Raffineria ha fatto la sua parte, diramando finalmente – non importa se presto o tardi, l’importante è che lo abbia fatto – il sospirato comunicato-stampa.

Auspicavo anche un deciso cambiamento di rotta «in materia di interventi di promozione a favore del territorio». Ecco le mie parole pubblicate su oggimilazzo.it qualche settimana fa: «sinceramente sarebbe auspicabile, almeno da parte di chi scrive, che la Raffineria rinunciasse a futili interventi di promozione del territorio, come molti dei contributi economici erogati in passato su istanza degli amministratori locali (S.S. Milazzo per citare un esempio concreto), investendo ancor più per la salvaguardia dell’ambiente, rassicurando così la popolazione più di quanto è stato fatto sino adesso, e magari, manifestando in tal modo un atteggiamento di collaborazione nei confronti dei poveri pescatori milazzesi, finanziando il costoso ripascimento della spiaggetta di Vaccarella, che giorno dopo giorno viene erosa sempre più, rendendo impossibile la collocazione dei moderni verricelli con rotaie e compromettendo il sicuro ricovero delle imbarcazioni da pesca».

Colgo dunque l’occasione per rinnovare l’invito ai vertici della Raffineria, visto che nelle casse degli enti pubblici sembra che non ci siano adeguate risorse finanziarie per pulire la Baia di S. Antonio e visto che i poveri pescatori attualmente stanno facendo i conti colla pesante diminuzione della domanda, aggravata dalla comunicazione delle competenti istituzioni che hanno accertato la «presenza (in mare, ndr), in percentuali diverse, di sostanze di origine idrocarburica», presenza che ha allontanato dai loro banchi gran parte della clientela. Sponsorizzare l’ambiente di Milazzo ed i pescatori di Vaccarella rappresenterebbe secondo me una gran bella prova di promozione del territorio. Il primo passo in tal senso è stato già compiuto: l’home page della Raffineria reca già la foto della Baia di S. Antonio e quella di un pescatore al lavoro.

MASSIMO TRICAMO