I gettoni d’oro? Non esistono. Si allontana l’ipotesi rimborso da parte dei consiglieri eletti nelle ultime legislature. Il comune di Milazzo si prepara ad archiviare la questione dei gettoni di presenza dei consiglieri comunali, ben 100 euro a seduta, che il mese scorso ha fatto tremare più di qualche poltrona davanti all’ipotesi di restituzione da parte dei consiglieri. Il nuovo segretario Comunale, Massimo Gangemi, infatti, starebbe “rivalutando” la posizione del suo predecessore, Giovanni Matasso, che si era rifiutato di firmare la liquidazione dei compensi poichè eccessiva. Il gettone dei consiglieri mamertini è uno dei più cari dela Sicilia, ben più di capoluoghi di provincia o della stessa Barcellona che conta 42 mila abitanti.

Scranni vuoti al comune

 

Matasso riteneva che la delibera 114 del 27 novembre 2001 con cui il gettone veniva aumentato da 60 a 200 mila lire sarebbe stata illegittima, invocava la revoca in autotutela, invitava il sindaco a recuperare le somme percepite dai politici (interesati anche attuali assessori) e chiamava in causa la Corte dei conti paventando un danno errariale milionario. Ieri il sindaco Carmelo Pino, in aula, ha presentato Gangemi che si è insediato l’1 dicembre e – in politichese – ha gettato acqua sul fuoco ridimensionando l’allarme sui “gettoni d’oro” sulla scorta di un primo approccio con il segretario generale che sarebbe di parere opposto a quello di Matasso. E’ logico che l’ultima parola spetterà alla Corte dei conti, ma molti hanno tirato un respiro di sollievo (per alcuni si parlava di decine di migliaia di euro). «I consiglieri non possono percepire più di mille euro al mese – dice il presidente del consiglio Saro Pergolizzi – indipendentemente da quante sedute fanno. Noi in base a quelle convocate (tre a settimana, più le commissioni) anche con 30 euro a gettone, arriveremmo alla stessa cifra. Temo che dietro questa polemica ci sia stata una regia occulta».