A quattro anni di distanza dall’incendio del serbatoio TK-513 avvenuto alla raffineria di Milazzo il 27 settembre 2014 la Procura di Barcellona ha emesso nove richieste di rinvio a giudizio con le pesanti accuse di disastro ambientale e la cooperazione in incendio colposo. Nell’aria sarebbero stati dispersi non meno di 16 mila tonnellate di virgin naphta. A scriverlo è la Gazzetta del Sud nell’edizione di stamattina in un articolo di Francesco Celi in cui ci sono tutti i dettagli.

La richiesta di rinvio a giudizio avanzata dal Pm Federica Paiola della procura di Barcellona, secondo il quotidiano messinese, sono a carico di Pietro Maugeri, 56 anni, diretto generale della Ram; Ignazio Arces, 46 anni, all’epoca direttore tecnico della Raffineria; Antonio Bucarelli, 63 anni, responsabile del servizio sicurezza; Vincenzo Gazzotti, 55 anni, responsabile della produzione reparto movimentazione; Natale Anastasi, 54 anni, responsabile reparto movimentazione; Alberto Scaglione, 48 anni, responsabile reparto manutenzione; Francesco Saitta, 53 anni, responsabile dell’unità “Man 2” del servizio di manutenzione operativa; Salvatore Carmelo Agnello, 45 anni, coordinatore area manutenzione reparto manutenzione.

Secondo le accuse mosse dalla procura già due mesi prima, a luglio, nel corso di un’attività manutentiva, erano emerse criticità sulla tenuta del serbatoio da cui è scoppiato il terribile incendio che ha creato il panico non solo a Milazzo – dove la gente è scappata dalle case riversandosi per le strade e fuggendo verso l’autostrada – ma in tutta la Valle del mela e zona tirrenica. Le fiamme erano visibile da chilometri di stanza. In particolare sarebbero state individuate “emissioni fuggitive in corrispondenza del tetto e delle guarnizioni”. Nonostante questo l’azienda ha continuato ad utilizzare il serbatoio.