Maggiori e tempestive comunicazioni ai sindaci ed esercitazioni che coinvolgano la cittadinanza per essere pronti in caso di emergenza. E’ quanto emerso nel tavolo tecnico convocato ieri pomeriggio al Palazzo del Governo dal prefetto Librizzi, al quale hanno partecipato i sindaci dell’Area ad alto rischio del Milazzese, i rappresentanti del comando provinciale dei vigili del fuoco, dell’Arpa, dell’Asp, della Protezione Civile ed i dirigenti della Raffineria.

Discussioni che sanno di dejavù visto che si tratta di punti che saltano puntualmente fuori dopo un incidente o problema che coinvolge una delle industrie ad alto rischio del territorio. Proponimenti che puntualmente cadono nel dimenticatoio.

ESERCITAZIONI. Due gli aspetti sui quali ha inteso soffermarsi il prefetto: la gestione dell’emergenza e le risultanze ambientali. Sul secondo punto è stato subito sottolineato – anche per rispondere ai dubbi espressi dai sindaci – che l’Arpa sta proseguendo il monitoraggio e presto fornirà anche le risultanze delle analisi delle ricadute in atmosfera delle emissioni di sabato scorso in occasione del blocco degli impianti a causa del black-out elettrico.

Librizzi ha poi annunciato che una volta completato l’aggiornamento del piano esterno di protezione civile, d’intesa con le municipalità locali si dovrà necessariamente procedere ad effettuare le esercitazioni per coinvolgere la popolazione.

EMISSIONI MALEODORANTI. I rappresentanti dell’Arpa hanno invece riferito che finalmente il progetto, denominato “Odor Prep”, annunciato a Milazzo nel 2015, troverà attuazione adesso che le risorse sono state trovate. L’iniziativa sarà portata avanti in collaborazione con l’Università di Bari e consentirà, attraverso l’utilizzo di tecniche strumentali e procedurali innovative, di effettuare un controllo in tempo reale delle emissioni. «Quella che attueremo – è stato detto – sarà una vera e propria rivoluzione che consentirà un monitoraggio in tempo reale della concentrazione di odori in atmosfera al fine di poter prevedere gli interventi per mitigare gli effetti e assicurare il rispetto del diritto alla salute dei cittadini». In realtà secondo degli esperti a distanza di tre anni il progetto non è più tanto innovativo e vi sarebbero tecnologie ancora più sofisticate.