All’indomani della lettera del sindaco Formica all’assessore regionale alle Autonomie Locali, Bernadette Grasso per la nomina di un commissario al fine di accelerare l’iter di approvazione dei bilanci, primo tra tutti il Consuntivo 2014, tredici consiglieri comunali (primo firmatario il presidente del consiglio, Gianfranco Nastasi) hanno sottoscritto a loro volta una nota inviandola al prefetto, al ministero degli interni e allo stesso assessorato regionale agli Enti locali per contestare i contenuti della lettera del sindaco e fornire la propria versione dei fatti.
“Additare il consiglio comunale, la parte di esso che non condivide la politica amministrativa del sindaco Formica come responsabile del blocco del Comune di Milazzo e delle sue attività – si legge – significa mistificare la realtà dei fatti e soprattutto, sottolinea la mancanza di guida politica e amministrativa della città.
Il sindaco si dimentica quanto scritto dal presidente del consiglio comunale lo scorso 8 maggio quando gli si ricordava come ad oltre 150 giorni dall’approvazione dell’ipotesi di bilancio stabilmente riequilibrato, all’ufficio di Presidenza non era pervenuto alcuno schema di bilancio tra quelli da approvare, con l’aggravante che erano prossimi alla scadenza dei 45 giorni di prorogatio i revisori dei conti che avrebbero dovuto emettere il parere di competenza. Missiva che è stata inviata anche all’assessorato regionale agli enti locali. Solo il 21 maggio è arrivato lo schema del documento contabile e quattro giorni dopo i revisori sono scaduti. Coincidenze strane che hanno di fatto impedito qualsiasi esame della situazione contabile dell’ente. Grave è privare il consiglio comunale e la commissione consiliare del proprio supporto tecnico previsto dalla legge, così come grave è che il sindaco ad appena tre giorno dalla seduta di consiglio comunale, fissata per giorno 12 così come richiesto anche dai nuovi revisori dei conti per poter fornire dei chiarimenti, abbia richiesto, contro norma, il commissariamento del consiglio impedendo di fatto allo stesso organo di esprimersi in modo assolutamente imparziale e senza pressioni esterne che risultano, di fronte a tale situazione, degne di valutazione da parte degli organi preposti”.