ISTITUTO COMPRENSIVO SAN FILIPPO DEL MELA. A marzo il movimento “No inceneritore” ha manifestato a Palermo per ricevere delle risposte dal Presidente della Regione, un traguardo raggiunto a seguito delle numerose contestazioni cittadine. Una data che ha influenzato questo incontro è stata la manifestazione del 28 gennaio scorso a Milazzo. A sfilare contro la realizzazione dell’inceneritore sono stati non soltanto i sindaci, ma anche molti cittadini della Valle del Mela e dintorni che continuano ad esprimere a piena voce il “no” del referendum svolto il 31 gennaio 2016. All’appuntamento palermitana hanno presieduto tutti i primi cittadini della Valle del Mela e una delegazione del movimento guidata da padre Peppe Trifirò, parroco della parrocchia di Archi di San Filippo del Mela. Il parroco “no CSS” si è distinto negli anni per il grande impegno nella tutela dell’ambiente e del territorio, tramite la sensibilizzazione dei cittadini al diritto alla salute e al lavoro.

Quando e perché ha iniziato la sua lotta per l’ambiente?

Ho iniziato la mia lotta per l’ambiente quando sono divenuto parroco della chiesa di Archi, perché dalle ciminiere uscivano dei fumi terribili che inquinavano tutto il territorio.

Come ha preso questa scelta la sua comunità parrocchiale?

La comunità ha preso molto bene questa scelta perché voleva migliorare l’ambiente e, non avendo l’appoggio di nessun politico, ha formato un comitato, l’associazione Cta.

Ci sono stati momenti di sconforto durante i quali ha pensato di mollare tutto?

No, non ci sono stati momenti di sconforto, anche se ci sono state molto sconfitte. Se sono ancora qua dopo quarant’ anni vuol dire che Dio mi ha dato la forza per andare avanti.

In questi anni di lotta avrà incontrato e parlato con molti politici. Come definirebbe il vostro rapporto? Avete gli stessi obiettivi?

No, da come si può vedere dai fatti non abbiamo gli stessi obiettivi, perché ognuno ha sfruttato Archi per i propri interessi politici.

Se la vostra proposta fosse accettata, avete concrete alternative da proporre?

Una nostra proposta è quello del risanamento. Ci sono stati molti morti e molte persone si spostano in altri luoghi perché c’è poco lavoro e molto inquinamento.

Com’è nata la decisione di scrivere a Mattarella e cosa si aspetta?

È nata nell’ interesse di far capire il problema e d’ intervenire, ma ad oggi nessuno ha risposto a questa lettera. Si sperava in una risposta positiva visto che Mattarella è siciliano.

Come si pone il movimento nei confronti degli operai dell’ente interessato?

Abbiamo rispetto degli operai ed è giusto che lavorino, ma con un lavoro onesto e che non inquini. Nonostante tutte queste industrie c’è una forte presenza di disoccupati.

Secondo lei c’è un’altra alternativa per lo smaltimento dei rifiuti?

Si, la differenziata o il riciclaggio a freddo.

In questi anni ha visto maggiore interesse e sensibilizzazione sull’argomento “inquinamento ambientale”?

Sì, all’inizio ci prendevano per pazzi e del movimento facevano parte solo le persone di Archi e dintorni, mentre oggi si è sparsa in tutta Sicilia e in Italia l’attenzione ai temi della sostenibilità ambientale.

                                                                             AURORA ITALIANO II C

Media E. Fermi