Il sindaco Giovanni Formica (FOTO OGGI MILAZZO)Mozione di sfiducia, ecco perchè il sindaco Formica si mangerà la colomba (e non solo) 23 Marzo 2018 Il Commento 11 Commenti IL COMMENTO. Il sindaco Giovanni Formica, a quanto pare, dopo il panettone si mangerà anche la colomba. Il presidente del consiglio comunale Gianfranco Nastasi avrebbe intenzione di sfruttare quasi tutti i trenta giorni concessi dalla legge per portare in aula la mozione di sfiducia, in modo da stringere gli accordi necessari per mandare a casa il primo cittadino tacciato di incapacità amministrativa. Secondo i bene informati la mozione potrebbe essere discussa, subito dopo Pasqua, presumibilmente tra martedì 3 e mercoledì 4 aprile. I firmatari del documento sono diciassette, affinché l’amministrazione decada servono minimo altri tre voti. Difficilmente si raggiungerà l’obiettivo. Questo, nonostante le pressioni politiche e dei social che danno la caccia principalmente “all’untore azzurro” (i tre consiglieri vicini a Forza Italia che mantengono l’appoggio al sindaco) la cui unica colpa è quella di mantenere la stessa posizione presa in campagna elettorale. Mettiamo le cose in chiaro: nessuno crede che Giovanni Formica abbia ben amministrato. A cominciare dai suoi fedelissimi. I passi falsi che hanno segnato il cammino amministrativo, e fiaccato il morale anche dei più ferventi sostenitori, sono tanti: ci ha impiegato quasi due anni per ammettere che c’era il dissesto finanziario nonostante i suoi esperti gli avessero fatto un quadro chiaro dopo pochi mesi; ha gestito malissimo la questione parcheggi a cominciare dall’obbrobrio in Marina Garibaldi; idem per l’autovelox e le relative multe; dato la mazzata finale al Borgo, per decenni punto di riferimento della movida nel comprensorio; utilizzato una linea poco chiara con le industrie (lui faceva il poliziotto cattivo mentre gli assessori andavano a cercare contributi per iniziative dell’amministrazione); la mancata apertura di strutture come il palazzetto dello sport al pubblico che significa anche zero sponsor per le società sportive che disputano gli incontri; senza considerare, in materia di rifiuti, il “porta a porta” gestito senza alcun criterio. La colpa più grave è la più assurda: anche quando Giovanni Formica aveva ragione, a causa di una pessima comunicazione esterna è spesso passato dalla parte del torto (fino a pochi giorni fa non esistevano bilanci e non si poteva spendere un centesimo extra). Ma se gli assetti saranno mantenuti tutto questo non basterà per mandarlo a casa. Il motivo? Una gestione altrettanto dilettantistica della mozione di sfiducia. Una mozione frutto di piccole vendette personali o voglia di rivalsa fomentate da un pugno di consiglieri delusi, “cucinata” in casa senza coinvolgere i partiti. Gli stessi partiti che oggi, di fronte agli Sos lanciati dai consiglieri rivoluzionari, allargano le braccia. Ma perché visto che Formica ha operato male i consiglieri, per il bene della città, non azzerano questa esperienza amministrativa? Anche in questo caso la risposta è semplice. Se la mozione andasse in porto (qualcuno tenta di coinvolgere gli indecisi minacciando dimissioni di massa che porterebero alla decadenze dell’aula), ai primi di giugno si dovrebbe ritornare alle urne e a maggio i partiti e movimenti dovrebbero presentare liste e candidato a sindaco, un lasso di tempo troppo breve per organizzarsi, stringere accordi e, perché no, garantirsi il posto o l’assessorato. Parliamoci chiaro: molti dei firmatari hanno firmato perchè sapevano che non sarebbe passata. Altri per demarcare il territorio e poter sbandierare ai quattro venti nel 2020 che loro non c’entrano nulla con l’esecutivo uscente. Certo, l’autorevolezza e l’equilibrio dei papabili successori di Formica potrebbero mettere tutti d’accordo. Ancora mancano una decina di giorni e questo commento potrebbe essere clamorosamente smentito. Nel centro destra si fanno i nomi del presidente Gianfranco Nastasi e dei consiglieri Pippo Midili, Simone Magistri e dell’evergreen Lorenzo Italiano noto per avere guidato la legislatura precedente a quella del dissesto. Ma stranamente la possibilità di salvare Milazzo, mettendo la città in mano, a questi politici non sta aiutando. Tutt’altro. Milazzo, è il caso di dire, è proprio strana. Gianfranco Cusumano Condividi questo articolo Facebook Twitter Email Print Whatsapp Linkedin Visite: 11.128 CONTINUA A LEGGERE SU OGGIMILAZZO.IT